John Surge è tra i protagonisti delle calde notti musicali di Los Angeles, della comunità roots-rock e honky tonk della metropoli californiana con la sua trascinante formula basata su un amore incondizionato verso la country music più legata alla tradizione. A capo della band denominata The Haymakers John Surge compie un passo deciso verso un’affermazione più ampia nella scena indipendente con un pregevolissimo album intitolato “Almost Time” che lo ha portato nel cuore del Texas, negli studi Cherry Ridge di Flooresville sotto la guida di un produttore esperto e altamente considerato come Tommy Detamore, uno che ha prodotto gente come Jim Lauderdale, Jesse Daniel e Doug Sahm tra gli altri. Sessions che si sono svolte nella più completa rilassatezza e naturalezza, in pochi giorni e con l’aiuto, oltre alla band che lo accompagna nelle esibizioni live, di un eccellente manipolo di frequentatori della country music texana come il grande Floyd Domino al piano (già con gli Asleep At The Wheel e Merle Haggard), Brad Fordham al basso, Tom Lewis alla batteria, lo stesso producer Tommy Detamore alla steel e il contributo vocale di Brennen Leigh, tra le migliori figure femminili della scena del Lone Star State. Un suono il suo nel solco della tradizione honky tonk con la solidità di certo roots-rock a fornire la giusta base sulla quale le canzoni, scritte quasi esclusivamente dallo stesso John Surge, formano un percorso decisamente interessante e godibile. Unica cover, omaggiando una delle sue band culto, i Rank And File, protagonisti della scena texana ad Austin negli anni ottanta con “Big Train”, firmata dai fratelli Chip e Tony Kinman, con lo stesso Chip a duettare. “I Should Have Known” è un duetto con Brennen Leigh, toccante country ballad con gli interventi sicuri di pedal steel e piano mentre “All You Gotta Do” è firmata a quattro mani con il bravo David Serby. Disco che si avvale di una produzione vincente, con la semplicità degli arrangiamenti che fanno risaltare le melodie carratterizzate da fiddle, steel, piano e dalla grande passione di John Surge che mostra qui tutta la sua maturazione come autore e come performer. Consigliato. (Remo Ricaldone)