Maywood, Illinois 10 ottobre 1946, Nashville, Tennesse 7 aprile 2020: tra queste due date è racchiusa la vita di un uomo di straordinaria umanità prima di tutto, di grande talento, di amore indissolubile per le proprie radici ‘kentuckiane’, per la canzone folk e per la country music, passioni vissute con occhio disincantato ed ironico che solo una sensibilità profonda può trascrivere in musica. John Prine ha segnato indelebilmente la musica americana ed il vuoto che che ha lasciato, difficilmente colmabile vista la sua statura di songwriter, è ‘mitigato’ da un’eredità discografica preziosa ed eccellente anche negli episodi ‘minori’, costellata da una serie di indimenticabili quadretti come “Paradise”, “Sam Stone” “That’s The Way The World Goes ‘Round”, “Hello In There”, “Donald & Lydia”, “Speed Of The Sound Of Loneliness”, “Lake Marie” e mille altri, canzoni dove i rapporti umani, le sofferenze e l’amore vengono narrati con grande profondità e spessore poetico, rendendoci tutti un po’ più umani. L’amicizia fraterna con lo sfortunato Steve Goodman scomparso prematuramente nel 1984, l’illuminazione di Kris Kristofferson che per primo credette in lui e gli diede la possibilità di intraprendere la carriera di musicista, la creazione di una sua label indipendente, la Oh Boy Records, dopo aver inciso per major del calibro di Atlantic e Asylum, i duetti con le migliori voci femminili della musica americana delle radici, sono solo alcune delle tappe di un percorso che lo ha fatto amare da una amplissima fetta di artisti che lo hanno ricordato con enorme affetto nei giorni successivi alla sua scomparsa, sottolineando caratura umana e professionale. Nelle sue canzoni ‘l’uomo comune’, l’umile e l’emarginato, i dimenticati nella corsa quotidiana ad accaparrarsi un ‘posto in prima fila’, sono tratteggiati con grandissima delicatezza e poesia, puntando sui risvolti più intimi ed accorati. Quasi cinquantanni di canzoni che rimarranno nel nostro cuore per sempre. (Remo Ricaldone)