Ci sono serate country, e poi ci sono le “Old Country Nights”.

Ci sono serate di musica dal vivo, e poi ci sono gli “eventi”.

Ci sono locali che ospitano, e poi ci sono i “templi della musica”.

Ci sono gruppi che suonano, e poi ci sono gli “artisti”.

Ieri sera, 31 marzo, alla vigilia di Pasqua, si è svolta presso il Mondelli Stables la 36° Old Country Night dedicata a John Denver, icona intramontabile di uno spaccato musicale che ha fatto la storia del country e probabilmente ha traghettato intere nuove generazioni verso il miglior country moderno, affondando le sue radici in un’intensità espressiva che coniuga riconoscibilità e poliedricità in un’eredità stilistica e concettuale. Ospite indiscussa della serata la John Denver Project Band (JDPB) che ha letteralmente incantato con un repertorio vario e molto generoso, una comunicazione straordinaria ed uno spessore artistico del tutto inconsueto. Non stupisce che la tribute band italiana abbia successo in America, ospite ad Aspen per uno degli eventi cardine in omaggio  a John Denver, data la qualità sofisticata di musica e voci, la classe indubbia ed il talento non solo strettamente artistico ma anche empatico nei confronti del pubblico.Ecco  che i moltissimi presenti che affollavano la cornice sempre preziosa ed unica del Mondelli Stables si sono stretti intorno alla band, seduti in cerchio sul legno levigato dalla passione di uno dei locali simbolo del country, per poi lasciare libera la pista alle numerose coppie di two-steppisti, in un fluido scorrere di pubblico completamente messo a proprio agio dal carisma della band. Come giustamente ci dice Davide De Bona, cantante e chitarrista del gruppo, l’intenzione della JDPB (con Simone Fabris alla chitarra, Candida Capraro voce e flauto,  Fabrizio Tamburlin alla batteria, Enrico Cervo alla tastiera e Gabriele Tormen al basso) è quella di interpretare la musica del mito di John Denver, coniugando sia una personale e moderna rivisitazione che una tradizionale e rispettosa aderenza alle radici. Secondo Davide anche questo aspetto, lontano dalla mera imitazione, può aver messo in luce la band anche negli USA, per quanto dopo averli ascoltati non ci sia dubbio che non sia una mera questione stilistica ma soprattutto un grande carisma a galvanizzare il pubblico, a toccare corde delicate e profonde, senza paura di osare in luoghi tecnicamente ostici (malgrado una performance fiume che avrebbe provato un maratoneta), senza mai sfociare nella forzatura o togliere qualcosa all’intensità. Ospite della serata, Stefano Dal Compare si inserisce nella compagine come se il concetto di Jam Session fosse naturale come imbracciare la sua chitarra, perfettamente ed entusiasticamente calato nell’atmosfera di uno degli ispiratori della sua intenzione country. La sua voce familiare, le sue corde instancabili, la sua passione per il coinvolgimento di chi ascolta, hanno conferito un valore aggiunto alla performance della JDPB, per poi regalare agli appassionati delle “Old Country Nights” anche qualche perla indimenticabile. Proprio sulla iconica “Scala” del Mondelli, infatti, abbiamo assistito ad una reunion che ha emozionato e forse lievemente commosso i presenti, ancora numerosi nonostante ormai ci si avvicinasse alle 3 del mattino. Stefano sempre con la chitarra in mano, e Paolo Spolaore al microfono, hanno rispolverato alcune pietre miliari del country acustico da nottata introno al fuoco. Chiaramente il fuoco mancava, ma avevamo la ben nota “scala” del locale che è altrettanto simbolica. Non è mancata invece Alice Fusaro che a sua volta ci ha regalato la sua voce in duetti e momenti improvvisati nell’emozione sua e di chi intorno sedeva su panche, gradini, a terra… mentre le luci si abbassavano ma il calore di ciò che amiamo veniva rinnovato… e forse ne avevamo un po’ bisogno. Il merito sempre a Stefano “Stefanone “ Danelon, che crede, che sostiene, che non molla, che spalanca lil cuore e l’anima non solo alle iniziative ed alla buona musica, ma soprattutto alle persone, creando un legame di anime ancora prima che di intenzioni. Grazie a Nike e Diego Dj per l’inossidabile passione con cui tengono alto lo spirito delle “Old”. Grazie a chi c’era per condividere davvero qualcosa di unico, come quel coro stonato, allegro, danzante e inebriante che ha accompagnato le note dell’intramontabile “Take me home, Country Roads”. (Sara Albanese)