Photography by: Jake Harsh
Originaria del New England, si appassiona fin da giovanissima alle grandi voci femminili della Country Music, da Patsy Cline alle Judds, da Dolly Parton a Reba. Con l’accompagnamento del fratello e della sorella, entrambi musicisti, si esibisce nei locali della zona, nei pub, nelle feste scolastiche, concretizzando le sue aspirazioni artistiche. Matura però anche la convinzione che per raggiungere il successo come artista country, l’unica via percorribile sia quella di trasferirsi a Nashville e così a 19 anni, decide di tentare il grande salto.
Per sostentarsi svolge lavori tra i più disparati ma intanto si esibisce nei locali della città, partecipa a concorsi canori e a talent radiofonici, cercando di farsi notare da qualche operatore in grado di dare una svolta alla sua carriera. L’incontro fatale avviene con il giovane produttore Byron Gallimore, proprio agli inizi degli anni ’90, quando anch’egli cominciava a farsi spazio nell’ambiente discografico di Nashville, lavorando in cabina di regia per l’esordio di un cantante destinato ad una carriera stupefacente, Tim McGraw.
Gallimore e McGraw colgono il grande talento vocale e interpretativo di Jo Dee Messina e ne intuiscono il potenziale artistico e discografico; uniscono le forze e danno corpo ad un album di debutto che già contiene tutto il meglio di un’artista fin da subito, incredibilmente matura e personale, innovativa e mutevole, seppur rispettosa anche delle ambientazioni sonore più tradizionali. Il lavoro omonimo Jo Dee Messina (Curb, 1996), si rivelerà un buon successo commerciale e di critica, arrivando a vendere più di 500.000 copie e piazzando due singoli nei primi 10 posti della Hot Country Singles. Parte per un fittissimo tour promozionale che la porterà ad esibirsi in oltre 200 concerti in un anno.
Altri lunghi mesi di lavoro e viene messo a punto il secondo album che entrerà di diritto nel novero dei migliori cd country di fine anni ’90, I’m Alright (Curb, 1998). Oltre 2.000.000 di copie vendute, tre singoli piazzati al numero 1 della Hot Country Singles americana e canadese (Bye Bye, I’m Alright e Stand Beside Me, i primi due scritti da un Phil Vassar in stato di grazia); il secondo singolo estratto (l’omonimo I’m Alright) vende 600.000 copie solo in USA e Jo Dee Messina diventa la prima artista donna a piazzare ben tre singoli, estratti da uno stesso album, in testa alla classifica di vendita. I’m Alright è un lavoro praticamente perfetto dove melodie virali, parti strumentali sofisticate, gamma espressiva vocale fulgida e piena, si accordano in dieci canzoni impeccabili, in grado di danzare dolcemente tra il morbido country-pop di Cover Me, di Silver Thunderbird, di No Time For Tears, con il calore delle ballate Even God Must Get The Blues e Because You Love Me.
Il successo di pubblico continua anche per il suo terzo album Burn (Curb, 2000), con una più marcata tendenza verso sonorità mainstream e pop; raggiunge finalmente la vetta della classifica di vendita Billboard Top Country Albums; stessa fortunata sorte le riserva il mercato canadese. Vengono tratti altri due singoli al numero 1, il secondo dei quali è il bel duetto con Tim McGraw, Bring On The Rain. Anche questo suo terzo lavoro è da antologia, energico, positivo, con arrangiamenti strumentali articolati e complessi, canzoni ispirate e incredibilmente gradevoli, sulle quali spicca la deliziosa Saturday Night.
Immancabile arriva anche, come da tradizione, un disco di classici natalizi, A Joyful Noise (Curb, 2002); gran lavoro di arrangiatori e orchestrali che personalizzano con originalità un repertorio molto sfruttato, dove il rischio del “già sentito” è sempre in agguato; rischio aggirato con classe e mestiere.
Il Greatest Hits dell’anno seguente (Curb 2003, contenente 4 inediti), è un altro grande successo commerciale: numero 1 in classifica Country e certificazione Gold, avendo superato di slancio le 500.000 copie vendute.
Altri due anni e arriva un altro album che raggiunge la vetta della classifica di vendita dei cd Country: è Delicious Surprise (Curb, 2005), la sua sesta pubblicazione, nonché il suo terzo numero 1. L’orizzonte artistico apre ancora scenari di contiguità rispetto ai suoi precedenti lavori: i suoi suoni potenti ma di una potenza levigata e mai oltre il fedele servizio alla voce, le sue melodie ariose e i furbeschi ammiccamenti al pop, rendono questa sua ultima fatica discografica un altro capitolo senza alcun cedimento o sbavatura, e che trova nella ballata It Gets Better la sua punta di diamante.
Un lungo periodo di cambiamenti nella sua vita personale, tengono JDM lontana dalle cronache discografiche, anche se riesce a raccogliere una gran mole di nuovo materiale, molto del quale autobiografico, che confluirà in una trilogia di pubblicazioni con formato Extended Play (ossia contenente meno di 10 brani e comunque di durata inferiore ad un cd tradizionale) che intitolerà Unmistakable e che avranno come sottotitoli Love, Drive e Inspiration; sottotitoli che definiscono i temi principali in esse contenute. Pubblicati ancora dall’etichetta Curb nel corso del 2010, non riescono però a bissare i successi conseguiti dai precedenti album.
Di lì a poco cessa il lungo contratto con la Curb e JDM concentra le sue attività su quella che è al momento, la sua ultima produzione, Me (Dreambound, 2014), nella quale assume la direzione artistica e per la quale decide un orientamento più aggressivo e rockeggiante, pur avendo nella turbinosa polka country A Woman’s Rant, il suo momento migliore.
Volitiva, energica, solare, con una vocalità prorompente che diviene all’occorrenza fuoco, all’occorrenza seta, si pone come ponte artistico tra la tradizione del country tutto al femminile di Tammy Wynette e Dolly Parton e gli apparentamenti pop mainstream e rock patinato, tipico delle nuove dive in miniatura alla Maren Morris e Cassadee Pope. (Steve Frapolli)