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Fino all’ultimo ha vissuto la sua vita sul palco, attorniato dagli amici che ne hanno sempre supportato carriera ed affetti. Slaid Cleaves, Danny Santos, Sam Baker, i nomi che oggi sono parte della grande famiglia musicale di Austin (dove Jimmy ha vissuto per trentanni circa) hanno condiviso con Jimmy LaFave la canzone d’autore più profonda e genuina, quella che da Woody Guthrie in avanti ha dato all’America quell’etichetta di ‘Land of the Free’ sulla base dell’uguaglianza, del rispetto e della libertà di espressione. Proprio partendo dalle strade dell’Oklahoma sulle quali aveva mosso i primi passi Woody Guthrie, Jimmy (nato a Wills Point, Texas) aveva percorso un viaggio musicale tra folk e country rispettoso dei propri eroi, da Bob Dylan a Jackson Browne, da Townes Van Zandt a Neil Young. Jimmy LaFave è stato il classico ‘musician’s musician’, amato dai suoi colleghi per la sua grande umanità e per aver sempre alimentato quel senso di comunità tipico del panorama musicale tra Texas e Oklahoma, apprezzato dagli appassionati per sincerità, passione e capacità di risultare sempre e comunque credibile. La cosiddetta scena ‘Red Dirt’ dell’Oklahoma deve tantissimo alla sua figura, una sorta di nume tutelare che ha sempre messo al primo posto la canzone, il suo significato e il suo messaggio intrinseco, al di la di mode effimere e superficiali. Condensare in poche parole una discografia preziosa e contraddistinta dalle tante autoproduzioni, poco meno di una ventina dal 1979 al 2015, non è impresa facile ne breve ma a mio parere potrebbe essere utile avvicinarsi all’ultimo disco in studio, lo splendido “The Night Tribe” pubblicato dalla Music Road Records nel 2015 per godere di un Jimmy LaFave al top della maturità, tra splendide cover ed emozionanti originali. Da non dimenticare la notevole serie di dischi dal titolo “Trail”, quattro episodi scarni ma altrettanto efficaci, i due eccellenti dischi prodotti dalla Red House Records “Blue Nightfall” e “Cimarron Manifesto” usciti tra il 2005 ed il 2007 e ancora “Austin Skyline” (1992) e “Texoma” (2001). Piccoli grandi gioiellini di una discografia di assoluto valore che sicuramente si arricchirà di altre pubblicazioni visto che Jimmy LaFave, instancabile, anche in questi ultimi mesi, pur provato dalla malattia, ha continuato a sfornare nuove canzoni. Rimarrà di lui il ricordo di una grande persona, ricca di umiltà e di smisurato talento. So long, Jimmy…..(Remo Ricaldone)