Da una decina di anni assieme e con quattro album all’attivo i Crying Time guidati dalla limpida voce di Jill Rogers sono una bella realtà della country music della Bay Area di San Francisco e ora aggiungono al loro percorso un nuovo album intitolato “Many Worlds Theory” che li mostra band affiatata e solida. Con un repertorio in buona parte composto da Jill Rogers e una manciata di interessanti covers, l’album viaggia sicuro su binari di ottima ispirazione espandendo le influenze dalla più classica country music ad inflessioni ‘mexican’, pop, swing e rock, rimanendo fedele allo spirito aperto e condivisivo della musica californiana. Partendo da queste ultime fanno bella mostra di se “More Often Than Once In A While” dal repertorio ‘grassy’ di Del McCoury, una cover tra le meno note di Willie Nelson, “You Left Me A Long Time Ago” qui rivisitata in salsa tex-mex, la celeberrima “Big River” di Johnny Cash unita sotto il nome di “River Songs” a “Lonesome Old River Blues” firmata da Roy Acuff, brani scelti con oculatezza ed inseriti senza fatica in una selezione la cui dote peculiare è, e sembra un paradosso, la coesione nella diversità di temi. Tra gli originali brillano invece le inflessioni del border di “I Only Cry When I’m Drinkin’”, il tris inaugurale formato da “Bird Song”, “California Waltz” e “Golden Hour” che confermano la bontà della visione californiana della country music da parte di Jill Rogers e soci, “Evangeline” e la title-track “Many Worlds Theory”, quest’ultima venata da una leggera e piacevolissima passione pop, la swingata “Devil In The Details” e la pimpante “The Mess (That Used To Be Me)” dal sapore quasi rockabilly. “Many Worlds Theory” è il classico piccolo disco indipendente che però, come capita spesso, propone i suoni giusti per coloro che amano una country music lontana da stereotipi pop. (Remo Ricaldone)