Il decimo album per Jason Eady, una delle più belle voci della scena cantautorale legata alla country music, è il progetto che da tempo il musicista cresciuto a Jackson, Mississippi e trasferitosi da anni in Texas, voleva fare. “Mississippi” è infatti il tributo al suo Stato natale e alla musica a cui è stato esposto fin da piccolo: country music naturalmente ma anche soul, blues e gospel in un felicissimo connubio che in queste canzoni trova la più bella realizzazione. Gordy Quist della band texana Band Of Heathens (di cui Jason Eady è stato anche membro) ha prodotto il disco con impeccabile bravura e ne è uscito un lavoro fresco e genuino che ha fornito nuova linfa ad una già pregevolissima penna. Jason Eady ama considerare in primis l’aspetto legato alle liriche, evocative e ricche di poesia, e qui, a differenza dei suoi precedenti prodotti in cui emergeva maggiormente il lato country della sua musica, il mix di umori sudisti si snoda in maniera splendida in tutte e dieci le canzoni, tutte composte dal nostro con il contributo del bravo Adam Hood (altro artista che sa come raccontare il ‘deep south’) in due canzoni, “Burn It Down” e “Mile Over 45”. L’uso frequente del piano elettrico nelle sapienti mani di Trevor Nelson, le belle voci femminili (tra cui la moglie, anche lei ottima cantautrice, Courtney Patton) e un feeling caldo e avvolgente sono alla base di una selezione interpretata con un coinvolgimento veramente intenso, a conferma di quanto Jason Eady ci tenesse a omaggiare una terra così rilevante sia dal punto di vista musicale che da quello letterario. “Way Down In Mississippi” è il naturale manifesto dell’album, il suo momento topico dove viene espresso tutto l’amore per il mondo in cui è cresciuto Jason Eady, con la musica entrata fin da subito nel cuore. Il resto scorre con brillante espressività incrociando la vicina (ed influente) Louisiana nella eccellente “Once Upon A Time In New Orleans”, unendo le forze con il citato Adam Hood in due significativi esempi di come nel Sud la musica abbia sempre travalicato i confini razziali e portando in dote il talento puro di Jason Eady come autore e come cantante. Da citare ancora “New Tradition” in cui country music e soul vanno ancora a braccetto (e rimandando ad alcune cose di Ry Cooder per esempio), la cristallina “Wayside”, il bel ‘train time’ di “Whistle” che non sarebbe dispiaciuto a JJ Cale, “Getting Even” e i suoi umori blues e la country music nella sua forma più sincera di “Misty”. Un disco che merita di far conoscere in maniera più ampia un grande artista. (Remo Ricaldone)