Jack Grace  è un artista ‘a tutto tondo’: cantante, autore, attore, speaker radiofonico, ha attraversato la sua vita musicale spaziando tra i generi, interpretandoli con originalità mischiando le influenze e maturando uno stile ampio e variegato. Rock, blues, jazz, country, a volte influenze latine, i suoni a cui è stato esposto nella sua crescita a Brooklyn, New York dove è nato a fine anni sessanta sono presenti anche in questo suo nuovo album intitolato “What A Way To Spend A Night”, viaggio ‘notturno’ alla ricerca di una ispirazione condita spesso da un’ironia figlia del suo amore per Randy Newman. In passato Jack Grace ha condiviso il palco con personaggi del calibro di Merle Haggard, Doc Watson, il citato Randy Newman e Charlie Louvin, i leggendari Meters da New Orleans, mentre i suoi primi passi musicali furono in una band ispirata al genio di Frank Zappa unendo rock, funk e sperimentazione. Un percorso molto eclettico che qui si esplica in un disco che passa dal rock in salsa sudista di “Bearded Man” alle ‘nuances’ jazzate dell’apertura affidata a “The Monster Song”, alla delicata ballata “I’m A Burglar” dove si intravedono sensazioni country pur in modo decisamente alternativo, ai profumi sixties e latini di “Don’t Wanna Work Today”, alle reminiscenze ‘newmaniane’ di “Mr. Sanderson & Sons Amazing Secret Traveling Show”, al frizzante rock’n’roll di “Nobody Brought Me Nothing”. La band gira benissimo con Fabian Bonner al basso e Ian Griffith alla batteria a supportare la voce e le chitarre del leader, così come gustosi sono gli interventi fiatistici dei Broken Mariachi Horns e le tastiere di Bill Malchow. Un album questo senza particolari punti di riferimento stilistici se non quelli della più classica ‘american music’. (Remo Ricaldone)