Ormai è da una quindicina di anni che Hank Woji, cresciuto nel New Jersey a pane e rock’n’roll, si è trasferito nella storica comunità texana di Terlingua, con il conseguente avvicinamento a suoni certamente più vicini a country music e canzone d’autore folk. Il suo nuovo doppio cd ne certifica ancora una volta lo spirito nomade alla ricerca di un suo sound, derivativo ma con più di uno spunto di interesse e con una bella serie di amici che lo supportano, da Butch Hancock a Jimmie Dale Gilmore, dallo storico chitarrista alla corte di Commander Cody Bill Kirchen,  da due eccellenti strumentisti come Joel Guzman e Ladoslav Lorkovic e da una voce intensa come quella di Jaimee Harris, autrice quest’anno di un album che ne conferma tutta la sua bravura. “Highways, Gamblers, Devils And Dreams” è un progetto impegnativo ed ambizioso con le sue 23 canzoni distribuite su due dischi, con alcuni inevitabili piccoli cali di tensione ma con cover azzeccate come “I Ain’t Got No Home” di Woody Guthrie, “I’ll Be Here In The Morning” di Townes Van Zandt, “Sitting In Limbo” di Jimmy Cliff e “Land Of Hope And Dreams” di Bruce Springsteen su tutte. Il primo dei due dischi è quello che vede il nostro più ispirato e più a proprio agio tra ballate ariose come l’iniziale “Don’t Look Back”, la dolcezza e la leggerezza di “Chasin’ My Headlights Again” con l’autoharp di Karen Mueller a dare un tocco tradizionale, lo spirito ‘outlaw’ di “I’m Gonna Hit The Number”, le carezze country di “Sunny Days” e la pianistica e nostalgica “Never See Your Smile Again”. Il secondo disco è sicuramente più vario nei temi, non sempre lucido ma con brani di valore come “Runnin’ With The Devil” dai toni quasi bluegrass e il banjo di Matt Levine che detta i tempi, l’inusuale ma godibile “Start Building Bridges” con le sue venature gospel, il country waltz “Corporations Are People” e la deliziosa “Peace Unto You”, acustica e accorata. Un album e un musicista da tenere in considerazione. (Remo Ricaldone)