Guy Belanger è uno dei maggiori armonicisti canadesi in ambito blues in una carriera che tocca le quattro decadi e che lo ha visto collaborare con artisti di calibro internazionale anche non legati alla ‘sua’ musica, come Celine Dion e il Cirque du Soleil. Sei sono i dischi incisi, innumerevoli i premi vinti, notevole la fama in patria. “Eldorado” inquadra con nitidezza la sua musicalità, il suo approccio pulito e variegato che non disdegna inflessioni jazz e soul in un’alternanza di strumentali, di covers e di originali. I primi rimarcano il gusto, il tocco inconfondibile e la passione di un talento non comune che si cimenta in un programma godibilissimo e corposo, da “Carving The Wind” che inaugura l’album all’evocativa e sinuosa title-track, la limpida e rilassata “Hope & Faith” dove il bel lavoro alle chitarre del fido Robert MacDonald rende giustizia alla melodia, alla morbida “Stillwater”, altro esempio della classe del musicista del Quebec. Le due cover sorprendono e danno l’idea di quanto profonde siano le radici musicali di Guy Belanger che prima omaggia Van Morrison con una riverente versione di “Bright Side Of The Road” e poi trasforma in un delta blues arcaico ed suggestivo la “Sign O’ The Times” di Prince. Da sottolineare ancora, per completezza nei riguardi di un disco dai molti risvolti intriganti, “When Will I Know”, ballata soul dall’andamento classico e dalle movenze solidamente radicate nel ‘deep south’ e le sonorità old fashioned della swingante “Four Little Words (We Need To Talk)” che impreziosiscono ulteriormente un lavoro che merita di essere apprezzato pienamente (Remo Ricaldone)