Emily Burgess è uno dei nomi ‘caldi’ attualmente in Canada, una delle figure emergenti in quel variegato ed eccellente mondo musicale. Da qualche anno sulle scene prima con la Women’s Blues Revue Band ed in seguito con The Weber Brothers (i fratelli Sam e Ryan Weber che la affiancano in questo suo disco), Emily è una notevole chitarrista che si muove tra rock e blues con una grazia non comune ma sempre con un’incisività che è caratteristica principale del suo debutto solista intitolato “Are We In Love?”, sulla falsariga, per accostarla a qualche nome, della Tedeschi-Trucks Band o di Bonnie Raitt. E se le iniziali “Til I Get To Call You My Own” e “I Wanna Make You Mine” sono in bilico tra blues elettrico e il classico rock americano, la title-track stacca un po’ la spina per deliziarci con una canzone interpretata con la sensualità di una Rickie Lee Jones per riprendere con l’immutata grinta e forza di “All I Wanna Do Is Love You”, rock tagliente. “Ain’t That A Woman” ha il sapore dei classici e ci porta indietro tra gli anni cinquanta e sessanta con una ‘rock ballad’ ispirata e coinvolgente, “Only One In Your Dreams” ha il riff tipico del Chicago blues ma ha tutta la personalità di Emily Burgess, “Could You Watch Me Walk?” propone un’altra pausa con una melodia deliziosamente pop che conquista per passione e bravura per poi affrontare il trittico finale con una “Arrested” forse leggermente inferiore alla media e con un sentore di ‘deja vu’, con “Stand Up For Your Love” che subito riporta in alto il livello dell’album con sonorità un po ‘southern’ e con “What Has Been Is All Within”, gioiellino acustico in cui equilibrio e armonia dominano. Una bella sorpresa per un nome da seguire.(Remo Ricaldone)