Se amate Suzanne vega, Shawn Colvin e la canzone d’autore al femminile, se vi emozionate per le storie di vita presentate con grazia, delicatezza e profondità, se vi si scalda il cuore ascoltando i suoni acustici presentati con essenzialità ma anche con ricchezza di sfumature, allora questo “Caged Bird” fa per voi. Ellen Shae è cresciuta in Olanda e fin da piccola ha subito il fascino della musica che l’ha portata a varcare l’oceano più volte per stringere forti legami di amicizia con più di un artista in ambito roots. Questo l’ha aiutata a crearsi una personalità affascinante, un suo suono, una propria poetica e il suo nuovo, terzo disco mostra pienamente un talento cristallino in una serie di canzoni tra l’autobiografico e una visione del mondo attraverso occhi e cuore dotati di grande sensibilità. Molti sono i momenti che rimangono impressi nella mente, a partire dall’iniziale canzone che da’ il titolo all’album, una “Caged Bird” impreziosita da un eccellente accompagnamento di sax soprano, per proseguire con le notevoli “Polluted Air” e “Open Road” che personalmente mi riportano agli esordi di Suzanne Vega per arpeggi chitarristici e atmosfere che sfiorano anche quelle descrittive ed evocative presenti nei primi dischi della Windham Hill, storica label californiana che diede il via al movimento ‘new age’. Le radici musicali di Ellen Shae (rock, jazz, blues e classica) fanno sempre capolino tra le note, talvolta in maniera subliminale ma dando sempre l’impressione complessiva di un’artista sicura e dalle grandi doti. “Caged Bird” ha una grande coesione e una qualità superiore alla media confermando che anche qui nella vecchia Europa si è in grado di concepire e proporre della bella e credibile ‘american music’. (Remo Ricaldone)