Edie Carey è autrice e cantante dotata di grande sensibilità nel trattare le emozioni e le storie che attraversano le nostre vite. Lei stessa ha intrapreso a fine anni novanta un percorso che l’ha portata ad incidere il suo undicesimo disco in poco meno di cinque lustri, frequentato gli ambienti ‘nobili’ della canzone d’autore (Telluride, Newport, Mountain Stage) e i suoi protagonisti (Lyle Lovett, Shawn Colvin, Brandi Carlile) in un viaggio che ha toccato anche le musiche dedicate ai bambini in un ‘side project’ con Sarah Sample e che l’ha vista intrecciare con gusto ed eleganza temi legati a folk, pop e country. “The Veil” affronta con buona profondità poetica il passare del tempo, le considerazioni legate ad una società come quella americana divisa ed attraversata da questioni irrisolte, sociali e politiche, le incognite su un futuro messo a rischio da sfide economiche ed ambientali che non possono lasciare insensibile un’artista come Edie Carey. Ne esce un lavoro intenso e ispirato, frutto dell’esperienza, del talento e della poetica della protagonista, qui al servizio di un suono elegante ma non lezioso, delicato ma con nerbo, dolce ma mai zuccheroso. Una selezione interpretata con il cuore che rimanda alle autrici citate in precedenza e anche alle molte che hanno ispirato certa country music al femminile come Gretchen Peters, Lori McKenna e Dar Williams, giusto per citare qualche nome. Canzoni come “Rise”, la title-track “The Veil” e “I Know This”, fanno emergere tutta la profonda umanità ed empatia nel trattare argomenti che toccano le corde più intime, spesso dando un’impronta pianistica come in “Teacher” e nella splendida “Georgia” o in altri momenti con più spazio ad una canzone d’autore di stampo acustico come in “The Cypress And The Oak” o nella deliziosa chiusura affidata a “You’re Free”. Un disco che merita attenzione anche per quanto riguarda le liriche, su cui meditare e a cui affidarsi per conoscere o ritornare su un nome importante nella scena americana ‘adult contemporary’. (Remo Ricaldone)