Dieter Van Der Westen è cantante, autore, chitarrista, produttore di Amsterdam attivo in particolare in ambito americana e anche in quello legato a certa ‘world music’. Questo album con la sua band è naturalmente incentrato su un mix di roots music decisamente intrigante ed elegante. Una band la sua composita ed ispirata che lo accompagna attraverso un repertorio originale che spazia dal country-rock ad inflessioni ‘indie’, mai sopra le righe e mai banale. “Honesty Of The Hopeful” mostra una buona facilità di scrittura, un approccio lineare e coinvolgente e un affiatamento notevole. La sezione ritmica nelle mani del fratello Eric Van Der Westen al basso e di Gijs Anders Van Straalen ai tamburi è solida ed affidabile, la chitarra elettrica di Aron Raams dona compattezza agli arrangiamenti, il violino di Mirte De Graaf aggiunge quel giusto tocco di poesia e delicatezza, con Joost Abbel che si distingue per il suo talentuoso apporto a dobro e banjo. Il tutto contribuisce a creare atmosfere curate e raffinate senza mai risultare fredde o poco incisive, scorrendo con grande piacevolezza attraverso dodici canzoni che creano un insieme assolutamente godibile che cresce con gli ascolti. “Give My Soul” apre il disco con sfumature quasi soul e un cantato convincente che rimanda i Drive-by Truckers, “Bittersweet”, più acustica, è ballata di pregio tra profumi folk e un’altra ottima prova vocale di Dieter Van Der Westen, “Homeward Bound” alza il ritmo con le sue inflessioni tra country, rock e bluegrass, mostrando un ampio ventaglio di sonorità legate alle radici. In questo “Honesty Of The Hopeful” sono ancora da rimarcare l’affascinante “From Dusk Till Dawn” caratterizzata dal bel violino di Mirte De Graaf, la pimpante ed ironica, tra folk e country, “Don’t Wait For My Money”, “No Time To Waste” dall’andamento brioso e vivace, “Still Crazy” altra ballata intima e accorata impreziosita dal break di violino, con il finale affidato alla ‘folkie’ “On My Way” dal ritornello fatto per essere cantato dal vivo. E se vi capitasse di incrociarli in concerto penso possa essere una bella esperienza come lo è stata ascoltare questo loro album. (Remo Ricaldone)