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Part 1

Si arriva al ritornello senza una vera e propria preparazione, come succede per esempio in “the thunder rolls”, dove viene utilizzata una tecnica compositiva ben precisa, ovvero il processo di accumulazione degli strumenti musicali, creando una crescita di energia, di densità sonora, fino ad arrivare a toccare l’apice con l’esplosione finale sul ritornello stesso. L’inizio del refrain, oltre ad essere caratterizzato sempre da una bella cadenza evitata di V-IV sulle parole “and now” e da un importante salto di 6° maggiore ascendente, in questo caso sulle parole “I’m glad”, sarà sempre ulteriormente caratterizzato da un piccolo inciso discendente della steel guitar. Se vogliamo essere ancora più precisi, nell’ultima ripetizione del ritornello, la steel guitar ripropone lo stesso materiale tematico discendente questa volta però un’ottava superiore. In tale maniera non solo si va ad enfatizzare ancor più l’attesa per il gran finale a sorpresa o come ho già detto con il trucco ed avere quindi una risoluzione ancora più efficace, ma è anche una escamotage per non permettere agli archi di sopraffare per l’appunto il piccolo inciso discendente. Acusticamente parlando, un suono più acuto esercita una pressione sonora maggiore sul nostro timpano aumentando quindi di volume.Il ritornello termina quando l’intera band, che aveva preso piede proprio con l’inizio del ritornello stesso, lascia la scena per qualche attimo al suono della chitarra dal respiro ansimante. Prende vita così la seconda strofa, identica alla prima ma questa volta con una doppia peculiarità: l’introduzione del violino solista che ha un andamento melodico a se, e soprattutto il bellissimo dialogo che prende piede tra Garth Brooks e il pianoforte. Si va a creare una sorta di alchimia musicale fatta di domande e risposte che durerà per tutta l’intera strofa. Il ritorno del refrain, sembra avere una preparazione migliore, grazie all’introduzione di un piccolo movimento melodico ascendente da parte dei violini accompagnato da un fill della batteria.
The dance single In questo spazio musicale, che durerà questa volta per ben tre periodi e non due, con un ulteriore slancio nell’ultimo sulle parole “yes my life”, si vanno ad intrecciare tre voci melodiche completamente autonome: gli archi, la steel guitar e la voce di Garth Brooks ovviamente. Nel finale del terzo e ultimo periodo del ritornello, sulle parole “ the dance” contenuta nella frase but I’d of had to miss the dance si va a creare una splendida cadenza d’inganno, V-VI, una falsa chiusura, che ha il compito per l’appunto non di concludere ma quello di riiniziare un discorso musicale. In un certo qual modo è come se il brano iniziasse dalla fine. Ecco quindi spiegato l’arcano inizio di Tony Arata l’autore di questa notevole canzone.Infine, l’assenza di una vera idea melodica, fa si che “the dance”, sia una bellissima creatura orfana di finale, portando l’autore a chiudere in maniera non adeguata, quasi banale. Se vogliamo riproporre l’analogia con “the hunder rolls”, ci troviamo di fronte a l’utilizzo, al contrario qui legittimo, della stessa identica pratica di scrittura musicale: la tecnica della sfumatura. Per concludere, questa mancanza, questa latente ispirazione, da un tocco di incompiutezza al brano rendendolo paradossalmente ancor più singolare, mettendo ancor più in luce la vita della composizione stessa come solo un’opera incompiuta sa fare. (Massimo Sarra)