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Il brano da me scelto questa volta, non ha certo bisogno di presentazione. Infatti si tratta di “Take me home country roads” di John Denver, artista statunitense tra i più noti e amati. Prima però di addentrarci nel brano e mostrare la sua peculiarità, è doveroso darvi delle delucidazioni su alcuni aspetti della teoria musicale. In un sistema sonoro bipolare M/m ordinato e gerarchizzato, basato su una scala diatonica eptafonica, i gradi principali al suo interno sono in senso ascendente il I (la tonica) suono di riferimento o centro tonale, e i suoi gradi satelliti, e cioè il IV (la sottodominante) e il V (dominante). In realtà potremmo limitarci a considerarne solo due, il I e il V, tenendo presente che il IV in senso ascendente non è nient’altro che il V in senso discendente. La caratteristica della canzone di Denver, è proprio l’alternanza di questi due gradi, il I e il V. Per questo motivo la sensazione che ne scaturisce è di movimento, emulando il nostro modo di camminare. Ad enfatizzare questo andamento di marcia è la scelta del metro doppio, un tempo binario, cioè un ritmo dalla struttura accentuativa ben definibile, due impulsi per battuta, uno per grado. Uno sulla tonica e l’altro sulla dominante, simulando perfettamente i passi umani. Ascoltando con attenzione il brano e volendo fare un’analisi ritmica che non si ferma al semplice livello superficiale ma si spinge verso un livello più profondo, possiamo avvertire che la scansione del metro percepito, non corrisponde con la suddivisione in battute notata sullo spartito. Praticamente è come se il tempo manifesto, in questo caso 2/2, venisse occultato da un tempo latente, creando così un ipermetro in 4/2, composto da ipermisure di due battute ciascuna. Il canovaccio armonico è composto interamente da armonie eufoniche, dalla sensazione sonora gradevole, che producono momenti di tranquillità e quiete. Ottima anche la scelta di avvalersi di una tonalità maggiore. Interessante sottolineare le concatenazioni armoniche utilizzate nelle terminazioni di fine periodo tramite delle cadenze plagali, procedimento meccanicistico dal carattere vago ma solenne, precedute sempre, per arricchire il senso di incertezza, da delle cadenze evitate. Eccezione fatta per l’unica sezione (C) che va a cambiare la morfologia del brano con funzione di digressione. Un ponte di collegamento tra due ritornelli, annullando momentaneamente il modello bipartito intermittente e reiterato creato tra strofa e refrain (A+B). Altra eccezione nella chiusa di fine brano dove viene ovviamente utilizzata, per dare un carattere di riposo assoluto, una cadenza autentica, seguita da una nuova reiterazione cadenzale di V-I. Affascinante anche la struttura motivica spesso costruita su un ritmo acefalo. Concludendo, questa canzone tende fortemente a far sottolineare l’unione tra musica e testo, riuscendo così a far emergere nel discorso musicale il contenuto del linguaggio umano, ottenendo un risultato artistico raffinato e di grande fattura non ottenibile altrimenti singolarmente.(Massimo Sarra)