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Un’ introduzione da parte della chitarra acustica e di timide percussioni, vanno ad accompagnare lo strumento protagonista di questo brano dall’atmosfera incantevole: il mandolino. Uno strumento dal repertorio pressoché illimitato, che si può adattare a svariati generi musicali. Infatti, pur essendo considerato popolare, è stato impiegato anche nella cosiddetta musica colta (pensiamo al nostro grande Antonio Vivaldi, al concerto in do maggiore op. 3 n. 6 e ai due concerti per due mandolini ed orchestra) e talvolta usato anche nell’opera lirica (Mozart lo inserì nel suo Don Giovanni).Tornando a Remember When l’introduzione funge da prologo. Pensiamo alle opere di Giuseppe Verdi, il Nabucco per esempio. Nella parte iniziale dell’opera, la parte strumentale, troviamo tutto il materiale che poi sarà ripreso e sviluppato durante l’intero capolavoro. Non solo ci introduce nella storia musicale che sarà narrata, ma ha la funzione di far entrare in maniera perfetta lo spettatore nell’ambientazione dell’opera. Niente a che vedere con le introduzioni che fungono da sigla, da semplice richiamo per far capire allo spettatore che lo spettacolo sta per iniziare. Nella musica colta questa apertura viene identificata con la parola francese ouverture. Pensiamo questa volta alle opere di Gioacchino Rossini, il Barbiere di Siviglia per esempio, dove l’apertura, la parte strumentale tanto per intenderci, è costruita con materiale tematico completamente differente, eseguibile autonomamente.1980354_601783436583523_1564693298_oTornando al brano in questione, la prima strofa che inizia e termina sulle parole del titolo, “remember when”, non è nient’altro che quell’inciso introduttivo di tre note del mandolino, con l’aggiunta, avanti al motivo del mandolino stesso, di una sola e semplice nota. Si crea un salto di quarta ascendente, ottimo come slancio per iniziare qualsiasi tipo di discorso musicale. Un modo semplice ma efficace per confondere le acque, per depistare l’ascoltatore. L’altra faccia della stessa medaglia, una piccola melodia dalla doppia personalità ritmica/melodica. Prima in battere sul tempo forte (mandolino), poi in levare sul tempo debole (voce). Tutto questo viene incorniciato sempre dallo stesso identico giro di accordi che si protrarranno per l’intero brano. Unica eccezione armonica, la si ha con l’avvento del suono della steel guitar. Infatti, dopo ben tre lunghe strofe, va a riproporre in qualche maniera e a suo modo, sempre e solo il solito tema, non più questa volta nella tonalità d’impianto ma nella tonalità della sottodominante. A questo punto tramite un ponte modulante si arriva a un procedimento compositivo che si identifica con la parola progressione, cioè riproporre lo stesso materiale tematico in una nuova tonalità, dando al brano un senso di freschezza. Ecco che viene riproposta la strofa iniziale, ripetuta per ben due volte nella prima parte ed un’ulteriore ultima volta nella seconda. A questo punto possiamo dire con certezza che le strofe musicali di questa bellissima canzone, hanno un inizio e una fine sule parole “remember when”. Questa è la regola. Concludendo ci troviamo difronte ad un brano monotematico, privo di ritornello, dalla forma monopartita, costituita da un’unica sezione che si ripete o a limite variata. Un particolare tipo di canzone chiamata “Ballata”, cioè un canto narrativo suddiviso in strofe e ad ogni strofa si ripete la stessa melodia con parole diverse. (Massimo Sarra)

REMEMBER WHEN VIDEO