Prima di inoltrarci dentro I Just Can’t Go On Dying Like This  e cogliere l’eventuale sua peculiarità, eccovi come al solito alcune delucidazioni tecniche. Per definizione viene considerato un accordo la sovrapposizione di almeno due intervalli armonici. Per ottenere questo risultato, dobbiamo trovarci di fronte almeno a tre suoni disposti verticalmente in senso sincronico: la triade. Se prendiamo come riferimento l’accordo di do maggiore (do-mi-sol), le tre frequenze  vengono  accavallate dal basso verso l’alto in un ordine intervallare di terza ascendente, dette rispettivamente fondamentale, terza e quinta. Il nostro sistema musicale innanzitutto si basa su una struttura triadica bipolare (M/m). Le triadi principali sono di due tipi: la prima specie, cioè maggiori (do-mi-sol) perché la distanza del primo intervallo armonico (do-mi) è di due toni, (ovvero una consonanza imperfetta di terza maggiore) e la seconda specie, cioè  minori (do-mib), perché la distanza del primo intervallo armonico è invece di un tono e mezzo (ovvero una consonanza sempre imperfetta ma di terza minore). Ci troviamo dinanzi a due armonie ritenute consonanti, perché le loro parti estreme (do-sol) creano una distanza di 5a giusta. Comunque, in ambedue i casi, possiamo parlare di armonie triadiche perfette. Tuttavia è d’obbligo dire, che solo l’accordo sul primo grado di un tonalismo maggiore può essere considerato naturale, al contrario quello minore viene considerato artificiale. La triade maggiore è infatti riconducibile al fenomeno degli armonici crescenti naturali mentre la triade minore al contrario è riconducibile alla serie degli armonici discendenti artificiali. Il suono generatore non è più la fondamentale (tonica) ma acquista il carattere di un soprarmonico fonico. In entrambi i casi però, la triade risulta essere nient’altro che una sintesi del suono, un escamotage per riuscire a udire quelle frequenze poco udibili per un orecchio umano ma presenti perché necessari per la formazione del suono stesso. L’elemento chiave di questa canzone è proprio l’utilizzo di un accordo “schizofrenico”, dalla doppia personalità, un’armonia per l’appunto bipolare. Questo procedimento compositivo appare per la prima volta nella seconda parte della prima strofa e precisamente sulle parole “ it’s a lie, I know it’s a lie”. Per enfatizzare musicalmente un concetto reiterato dal testo, in questo caso viene ripresentata una parola dal significato negativo “lie”. L’autore utilizza una tecnica di scrittura che possiamo chiamare sostituzione di modo: si tratta di un procedimento “ipercoloristico” che va ad acuire una successione meccanicistica di per se già forte, cioè va a “minorizzare” un’armonia maggiore, acutizzando di fatto un’ atmosfera malinconica già presente nel brano, sottolineando il contenuto del testo e l’eventuale stato d’animo del protagonista. Questa ingegnosità musicale viene utilizzata solo quando necessaria, infatti, qualsiasi artificio armonico, per quanto interessante possa essere, perderebbe il suo fascino se utilizzato in maniera inopportuna. Per questo motivo, i due periodi che costituiscono la prima strofa, solo il secondo viene impreziosito tramite questa maestria. Pratica che invece riappare nel primo periodo della seconda strofa subito dopo la presentazione del ritornello. Anche qui infatti abbiamo un concetto negativo da evidenziare “I’m just a fool I guess”.  Dopo di ché il canovaccio è pressoché identico. Stesso pensiero musicale, eccezione fatta per la modulazione presente nella sezione B (dopo la parte strumentale), la sequenza originale (sezione A) viene ripresentata su un altro campo di frequenza, creando distensione nell’ascoltatore.In questo brano, l’eloquio musicale cerca di esprimere il testo, aiutando chi ascolta a creare un’eventuale scena visiva della situazione. Piccoli accorgimenti che non tutti vedono o sanno vedere, ma di fatto rendono grande una canzone. (Massimo Sarra)