David Olney è stato uno dei musicisti più rispettati e amati nella cerchia di cantautori che a Nashville hanno creato una scena di grande forza poetica, meritandosi quell’appellativo di ‘musician’s musician’ che si da solo ai personaggi dalla notevole carica umana e dal talento cristallino. Una ventina di dischi all’attivo, gente del calibro di Emmylou Harris, Steve Earle e Linda Ronstadt che ha ripreso suoi brani o ha condiviso la visione di una canzone d’autore che parte dal folk e country ma assume connotati universali e poco etichettabili e ora questo “Whispers And Sighs” che arriva a ‘chiudere il cerchio’ su una carriera bruscamente interrotta ad inizio 2020 durante un suo concerto in Florida, sul palco dove amava esibirsi. Disco intenso e da ‘leggere’ su piani diversi, musicalmente e a livello di testi, con accostamenti certamente non azzardati alla poetica di un Leonard Cohen per esempio. Accanto a David Olney c’è spesso la voce di Anana Kaye, eccellente vocalist di origine georgiana che lo supporta e fornisce ulteriore delicatezza e profondità ai brani in cui appare. Musicalmente si passa dalle classiche atmosfere acustiche che hanno reso grande David Olney a momenti in cui ‘l’aria’ si fa più elettrica ed aggressiva come in “Lie To Me, Angel” o nella ondivaga “Thank You Note” dove ci si avvicina allo spirito di Tom Waits e a suoni che sanno di mitteleuropa. In queste canzoni c’è tutta la profonda saggezza e la coerenza di un artista e di un uomo che ha attraversato una vita di musica e parole che lo ha portato a viverla intensamente, rimanendo sempre coinvolto in ogni storia raccontata. “Behind Your Smile” è canzone d’amore priva di ogni retorica pur nella solare semplicità del messaggio, cullata da una melodia di rara eleganza, “My Favorite Goodbye” suona ancora più intensa ora che il suo autore ci ha lasciato e sarebbe piaciuta ad un altro grande della scena nashvilliana (pur essendo texano) come Guy Clark, “Why Can’t We Get This Right?” vede protagonista la voce di Anana Kaye con tutta la sua struggente poesia. “Last Days Of Rome” attacca nuovamente la spina e regala poesia rock rimandando a chitarre ‘stonesiane’ e ritmi a la Lou Reed, la title-track “Whispers And Sighs” è ancora non etichettabile con il suo andamento quasi orchestrale e soffuso mentre “Tennesse Moon” torna al formato classico della ballata (pianistica) tra country e pop. Disco non facilissimo che necessita di attenzione e credito e ha il grande merito di (ri)portare all’attenzione uno storyteller puro come David Olney. (Remo Ricaldone)