Uno dei punti di forza della musica country è sempre stato quello di suonare familiare, organica e riflessiva. O perlomeno cosi era negli anni ’70 quando a segnare la strada erano i dischi di Don Williams o Bobby Charles. E’ proprio da quest’era che sembra uscito “Homemade” con le sue atmosfere rilassate, gentili e casalinghe, ma attenzione Conrad Fisher non è affatto un cantautore superficiale, canzoni come “Wasted” o “Never been good at goodbyes” trattano temi delicati e profondi con una grazia e , alle volte, un’ironia per niente scontate.

Originario della Pennsylvania e dunque naturalmente estraneo al “giro che conta”( anche se ha lavorato qualche anno a Nashville come autore) Conrad Fisher suona quasi tutto da solo optando, anche a causa della pandemia, per un suono spartano e naturale che esalta ancora di più la sue notevoli doti di storyteller.

Un disco di cui si sentiva il bisogno in questi tempi confusi e chiassosi che, senza sgomitare e gridare, ci ricorda perchè tanti anni fa ci siamo innamorati di questa musica e continuiamo , tra alti e bassi, ad amarla. ( Daniele Marini)