19 dischi nell’arco di un trentennio sono una solidissima base per considerare Colin James tra i migliori nomi del blues canadese, uno dei musicisti che ha saputo rivitalizzare uno stile decisamente non facile da proporre in maniera credibile soprattutto se ci si affida al repertorio dei grandi del genere. E proprio quello che il cinquantatreenne di Regina, Saskatchewan ha deciso di portare avanti è ridare vita e corposità a brani di vere e proprie leggende come Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Blind Lemon Jefferson, Blind Willie Johnson e Arthur ‘Big Boy’ Crudup in una selezione di grande impatto e forza espressiva. Un amore nato all’età di sedici anni quando fu travolto da un’esibizione di James Cotton al Winnipeg Folk Festival e mantenuto vivo anche contro l’opinione di produttori e labels che lo volevano più ‘levigato’ ed impersonale. “Miles To Go” riparte proprio dalla figura di James Cotton la cui versione della splendida “One More Mile” di Muddy Waters è il manifesto dell’album, lo apre in una corposa e solida versione e lo chiude con una rilettura intima ed acustica. In mezzo c’è tutto il mondo di Colin James, i suoi affetti artistici e anche due brani scritti di suo pugno, la sinuosa ed elegante “I Will Remain” e la splendida “40 Light Years” che spicca come una delle cose migliori di un lavoro convincente sotto tutti gli aspetti. Tra i momenti più intensi si possono segnalare “Soul Of A Man” di Blind Willie Johnson e “See That My Grave Is Kept Clean” di Blind Lemon Jefferson, canzoni che ci vengono restituite in tutta la loro forza interiore grazie anche ad un arrangiamento di qualità. “Black Night” è un altro degli ‘highlights’, una ballata pianistica e appassionata con lo spirito del miglior Ray Charles ad ispirare il nostro Colin James, chitarrista finissimo e talentuoso anche nella sontuosa “I Need Your Love So Bad”, un altro ‘slow number’ eccellente. “Miles To Go” non fa che confermare la bontà della ‘nuova’ strada del bluesman canadese intrapresa con il precedente “Blue Highways” di due anni fa in cui si riappropriava completamente delle sue radici per riconsegnarci un suono senza tempo. (Remo Ricaldone)