A soli ventidue anni Christone Ingram è la nuova ‘blues sensation’ della sua generazione, celebrato da critica, pubblico e colleghi come uno dei migliori ‘manici’ in circolazione e dotato di notevole lucidità compositiva, oltre alla capacità di condensare un suono carico, potente e al tempo stesso variegato. Il suo debutto pubblicato nel 2019 ha fatto sobbalzare molti dalle loro sedie mostrando tutta la bravura del musicista di Clarksdale, Mississippi, dando l’esatta misura del potenziale contenuto nella proposta del giovanissimo blues man. A poco più di due anni dal quel disco ecco la più nitida delle conferme per ‘Kingfish’ in un lavoro che fin dal titolo, (“662” il numero del codice telefonico del nord dello Stato del Mississippi) vuole scavare nel profondo delle radici, nella sua formazione come artista e come uomo proponendo una selezione altamente godibile e ricca di grande musica. Già l’iniziale title-track “662” ce ne da’ la prova tangibile con uno dei momenti più travolgenti, per ritmo, performance vocale ed eccellenti svisate di Fender, mentre molti sono come detto i brani che ne tracciano la personalità con riferimenti autobiografici intriganti, da “She Calls Me Kingfish” a “Something In The Dirt” e nella passionale “Too Young To Remember”, catturando lo spirito più genuino di un percorso di formazione in cui la madre Princess Pride (cugina di primo grado del country singer Charley Pride) ha avuto parte basilare. Dalle prime esperienze gospel alla scoperta del blues e del rock con la passione per Robert Johnson, BB King e Muddy Waters ma anche per Jimi Hendrix e Prince, Christone Ingram è riuscito a forgiare una particolarità di stile che ora gli ha permesso di raccogliere frutti importanti. I suoi fraseggi sono sempre ricchi di intensità e di originalità, nelle ballate e nei momenti più trascinanti, unendo potenza a finezza come per esempio nella sinuosa “Another Life Goes By” in cui lo stile lo avvicina a certo jazz, nella delicata “You’re Already Gone” o per contro nelle robuste “My Bad” e “That’s What You Do”. Da citare ancora la splendida ballata intitolata “Rock & Roll” che a dispetto del titolo è la conclusione dell’album con una melodia prettamente acustica ed accorata, “That’s All It Takes” ‘soul number’ di gran classe e la pianistica (con il bravissimo Marty Sammon a dettare i tempi) “Your Time Is Gonna Come” a celebrare nuovamente la grandezza del personaggio. (Remo Ricaldone)