Elencare le mille avventure musicali di Chris Hillman sarebbe come raccontare l’evoluzione della musica roots californiana, dai primissimi anni sessanta ai giorni nostri. Tanto è fondamentale la figura del musicista della zona rurale della Contea di San Diego nel fissare con la sua grande sensibilità e amore per la tradizione l’evoluzione di uno stile, dai primi passi scanditi dai ritmi bluegrass all’incontro con gli strumenti elettrici del rock in un continuo omaggiare il proprio patrimonio culturale. Byrds, Flying Burrito Brothers ma anche Manassas e Desert Rose Band rappresentano bene quanto Chris abbia influenzato questi suoni con la sua grande umanità e bravura. E proprio per confermare tutto ciò che, dopo più di mezzo secolo di grande musica, “Bidin’ My Time” arriva come il disco che riassume tutte le sensazioni e le passioni che hanno guidato Mr. Hillman attraverso questi anni. La produzione affidata al mai troppo compianto Tom Petty che gli cuce addosso il migliore degli arrangiamenti possibile, il contributo di alcuni suoi storici pards come John Jorgenson, come David Crosby e come Herb Pedersen, la riproposizione con immutata freschezza di alcuni suoi ricordi del passato sono certamente i motivi principali per cui amare questo disco, un lavoro da cui traspare cuore e anima in ogni nota. Con un pizzico di nostalgia ma con la consapevolezza di quanto belle siano ancora queste melodie, possiamo godere di “Bells Of Rhymney”, di “She Don’t Care About Time”, di “New Old John Robertson”, pagine della magnifica avventura con i Byrds, ma anche la fertile collaborazione con il songwriter Steve Hill (la title-track, “Restless”, “Different Rivers” tra le altre), la splendida cover di “Walk Right Back” di Sonny Curtis dal repertorio degli Everly Brothers e, degna chiusura dell’album, con una “Wildflower” che suona ora come un commovente epitaffio alla figura di Tom Petty. “Bidin’ My Time” è quindi un’occasione unica per incontrare un caro vecchio amico, un compagno di ascolti da tantissimo tempo che non ha perso un grammo delle sue enormi doti artistiche. (Remo Ricaldone)