Ottantatreenne nato a Yonkers, nello Stato di New York, James Wesley Voight (fratello del più celebre Jon, attore hollywoodiano, e zio di Angelina Jolie, per coloro che amano il gossip) ha vestito i panni del cantautore da ben più di mezzo secolo con lo pseudonimo di Chip Taylor, raccogliendo successi solo come ‘firmatario’ di classici come “Wild Thing” portata in cima alle hit parades nel 1966 dai Troggs e “Angel Of The Morning”, un million seller per Juice Newton nel 1981. Il suo percorso solista iniziato ad inizio settanta ne ha caratterizzato la grande coerenza e un’introspezione poetica notevole, ogni tanto affiancandosi a folk e country, sempre e comunque dando vita a quadretti di estrema efficacia. “The Cradle Of All Living Things” è un’opera corposa racchiusa in due cd dove il nostro firma una delle sue opere più intense e mature, ricchissima di riflessione e centellinando gli strumenti in un’atmosfera spesso rarefatta che rimanda a grandi poeti come Leonard Cohen, John Prine e Bob Dylan e a voci indimenticabili come Willie Nelson e Billy Joe Shaver. La title-track svela subito il peso poetico del disco con una melodia che si fissa subito nella mente ed entra di ‘soqquatto’ nel cuore con le armonie vocali angeliche di Hege Brynildsen e l’ispiratissimo Goran Grine a piano ed armonica nel cui ‘home studio’ è stato registrato l’album. Nei due dischi si celebra un’ arte poetica dal prezioso tocco personale, una riflessione dove vengono passati al setaccio gli aspetti umani, quelli interpersonali e dalla quale emergono piccoli gioielli come per esempio “Sofia”, nostalgica e commovente, in cui c’è il valore aggiunto delle sapienti chitarre di John Platania e delle soffici percussioni di Magnus Olsson. “On Reflection” rimanda alla grande tradizione cantautorale texana mettendo in luce un coinvolgimento emotivo che Chip Taylor negli anni ha affinato e che ora viene fuori in tutta la sua efficacia, pur con una voce che ora in alcuni momenti è un po’ più ‘opaca’ ma molto significativa. “The Good And The Bad”, “How Come That Always Happens”, “Closing Time” con le sue inflessioni country, “Lost Pictures” e ancora la sinuosa “Give Her Away Jonny”, “That’s What I Like About The Sky”, “One More Dream To Go” e “Wounded Bird” formano il filo conduttore di un lavoro certamente impegnativo, da seguire con attenzione, ma che regalerà momenti di vera poesia.(Remo Ricaldone)