2014-03-16 at 18-25-27

Parte 1 clicca qui

La seconda giornata al C2C si apre con la press conference di Chris Young che continua a ringraziare Brad Paisley per averlo notevolmente aiutato a raggiungere il successo. Probabilmente Brad Paisley ha contribuito, ma il Chris Young visto oggi a The O2 Arena dimostra che le qualità per emergere ci sono tutte. Il suo show è coinvolgente e la voce calda e potente. Tutti gli artisti presenti al C2C sono stati all’altezza delle aspettative ma Chris Young ha addirittura suonato e cantato meglio del solito, questo forse a testimoniare quanto il ragazzo di Murfreesboro TN tenesse allo show Londinese. Brani migliori: You, Aw Naw, I Can Take It From There, Voices e Who I Am With You. Finito lo show, solita pausa di 40 minuti circa mentre aspettiamo The Band Perry, la band che incuriosisce maggiormente per la velocità con cui è arrivata in testa alle charts. Su cd sono perfetti e dopo averli visti dal vivo bisogna ammettere che hanno il DNA dell’artista sia dal punto di vista strettamente musicale che da quello scenografico.2014-03-16 at 17-54-50Nonostante la giovane età infatti “tengono il palco” da consumati professionisti e Kimberly Perry è davvero brava oltre che bella. I fratelli Reid e Neil gli fanno da spalla, suonano bene, ma è lei il vero leader della famiglia. Il loro show è da vedere oltre cha da ascoltare. Basti pensare a Piooner introdotta dall’inno britannico con Neil Perry che sventola la bandiera Inglese e i 20.000 dell’Arena tutti in piedi a cantare a squarcia gola. La country music de The Band Perry è molto moderna, perfettamente in linea con l’attuale standard Nashvilliano e questo sembra piacere molto ai giovani de The O2 Arena perchè in brani come Timber, If I Die Young e soprattutto Better Dig Two il pubblico letteralmente si scatena. C’è ancora tempo per un tributo ai Queen (Fat Bottomed Girls) e The Band Perry, dopo un’ora e un quarto, lascia il palco tra gli applausi, il pubblico è definitivamente conquistato. Pausa caffè da Starbucks e arrivano i Rascal Flatts. Qui a Londra la band dell’Ohio (Gary LeVox, Jay DeMarcus e Joe Don Rooney) conta tantissimi fans e l’attesa è carica di speranze. Come al solito, breve introduzione di Bob Harris e via ai Rascal Flatts con Banjo. Gary LaVox canta nel suo solito modo e propone tutti grandi hits da classifica. Bless the Broken Road, Fast Cars And Freedom, Me And My Gang, Summer Nights, Why Wait, Here’s To You per chiudere lo show con, ovviamente, Life Is A Highway inserita nella colonna sonora del film Cars della Disney.2014-03-16 at 21-00-30Concerto finito in oltre un’ora e pressione che sale alle stelle: sta arrivando Brad Paisley. Bob Harris fa la solita introduzione, si abbassano le luci e partono le note di Southern Comfort Zone: è arrivato Brad Paisley. Oltre ad essere un grandissimo musicista e anche un grande intrattenitore. Le gags col pubblico sono innumerevoli: presenta i musicista della band spacciandoli per Francesi e Tedeschi, durante She’Everything prende il cellulare ad una ragazza della prima fila e comincia filmare dal palco, lancia la chitarra a uno dei tecnici audio che la prende al volo, si scusa perchè parla un’altra lingua e ringrazia Chris Young, The Band Perry, Rascal Flatts e… Lady Gaga(?). I brani sono fantastici, si passa da una commovente versione di This Is Country Music a pezzi tirati come Mona Lisa o Alcohol. Ad un certo punta Brad lascia il palco principale e si dirige verso il fondo dell’Arena per salire su un palchetto, fino ad allora quasi invisibile, dove, in versione acustica, esegue alcuni dei suoi classici quali Online a I’m Still A Guy.2014-03-16 at 22-56-02Lo show acustico termina con Mud On The Tires cantanta correndo mentre l’artista torna al palco principale tra un bagno di folla. Naturalmente non possono mancare i duetti: Outstanding In Our Field con l’amico Chris Young e Whiskey Lullaby con The Band Perry. Quasi due ore di concerto, due ore di moderna country music eseguita da colui che attualmente è il numero uno. Finisce così il C2C, l’appuntamento è per il 7 e 8 Marzo del 2015. Grazie Londra, l’America adesso non è più così lontana. (Gianluca Sitta)