Ruvido, ispido, muscolare (e muscoloso) interprete dell’ultima generazione di country singer che, più che al pop si rifà a sonorità di un rock esplicito e apparentemente senza troppi fronzoli. In realtà è un country-rock superlavorato, con arrangiamenti sofisticati e capricciosi. Ritmi compassati ma sonorità che pestano duro, trasudando veemenza. Jeans sdruciti, cappellino da baseball con visiera all’indietro e canottiera sono gli elementi essenziali del suo outfit da palco; imbraccia chitarre che suonano fumantine e la band è uno sfondo pietroso di musicisti fedeli ed essenziali. Il pubblico segue incantato i suoi movimenti compassati e ascolta rapito le sue brevi storie che spesso usa per introdurre le sue canzoni. Tre album dai buoni riscontri commerciali, via via si sposta verso sonorità vintage che miscelano efficacemente sentori Motown e sgommate southern. Particolarmente convincente in Hey Pretty Girl, Come and Get It e in Girl of the Summer; fa paura nella cattivissima The Bull ma il suo capolavoro rimane la sixties-oriented Good Thing. (Steve Frapolli)