Traducibile come “Bob Dylan a Ruota Libera”, The Freewheelin’ Bob Dylan è il secondo album in studio del menestrello di Duluth. Un premio Nobel, un Oscar, un Golden Globe, un Pulitzer, la Legion D’Onore, un Grammy Award, il Polar Music Prize: semplicemente Bob Dylan, il più grande, importante ed influente cantautore della storia della musica che a soli 22 anni, dà alle stampe un album destinato a rimanere per sempre nella storia. Pubblicato nel 1963 dalla Columbia Records e prodotto da John Hammond, produttore discografico, musicista e critico musicale statunitense, ricordato soprattutto per le sue immense qualità di talent scout (aiutando moltissimi cantanti e musicisti a diventare tra le figure più importanti della scena musicale del XX secolo), The Freewheelin’, è considerato una vera e propria pietra miliare della musica folk. Cinquanta minuti di musica pura, parole che nascono da una profondità intrisa di ribellione e consapevolezza! Il disco si apre con Blowin’ in the wind: «How many roads must a man walk down before you call him a man?». «Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?». Celeberrimo brano manifesto degli anni sessanta, famosa canzone di contenuto pacifista, Blowin’ in the wind è uno dei brani più famosi e celebrati di Dylan e portato successivamente al successo planetario da Peter, Paul and Mary, un trio, un gruppo musicale statunitense di musica folk formatosi a New York nell’atmosfera del Greenwich Village: la cover, salì in cime alle classifiche negli Stati Uniti con vendite ben al di sopra del milione di copie. A Hard Rain’s a-Gonna Fall: «Conoscerò bene la mia canzone prima di mettermi a cantare». Grande capolavoro della musica folk ed influenzato, a detta del critico Robert Shelton, da alcune opere di Ginsberg, Ferlinghetti e Rexroth. Un brano epocale, di una forza inaudita; ogni verso, sembra nascere da una caverna in tumulto! E poi, Don’t Think Twice, It’s All Right, dedicata senza troppe velature al suo stato d’animo un po’ sottosopra… per la partenza verso l’Italia della sua musa ispiratrice dell’epoca Suze Rotolo (la ragazza italoamericana presente nella copertina dell’album): la celeberrima foto, fu scattata dal fotografo americano Don Hunstein. Il brano, ricorda un po’ alcune atmosfere tipiche degli ambienti country; melodia fresca, frizzante ed orecchiabile. Altri brani celeberrimi inclusi nel disco sono: Girl from the North Country (molto nota la versione in duetto con Johnny Cash) e Masters of War, altra canzone a tema pacifismo, chiara ed esplicita disapprovazione nei confronti dei cosiddetti “signori della guerra”. Canzoni di protesta, piene di rabbia, di altissima letteratura e poesia: con la pubblicazione di quest’album, il giovane Dylan, viene visto per la prima volta agli occhi del mondo intero come una sorta di oracolo generazionale, autentico portavoce di una generazione avvolta nel disincanto, fragile, spossata e disillusa.  (FABIO STRINATI)