10522741_10204391938391722_1940993497998986291_nUna piccola località in qualche parte del Friuli, un grande cuore che batte al ritmo di musica country. Il grande cuore è quello del Mondelli Stable e di tutti coloro che sabato 14 marzo hanno partecipato a Good Ride Cowboy, unica manifestazione in Europa nata per ricordare, a dieci anni dalla scomparsa, la figura di Chris LeDoux. Una piccola località in Friuli dicevamo, Sant’Andrat Del Cormor, che sabato è diventata la capitale Europea della country music e dove si sono date appuntamento centinaia di persone per ascoltare alcuni dei migliori cantanti country Italiani, più un paio di Americani, interpretare in versione acustica brani (due a testa) tratti dal repertorio del “Re del Wyoming”.
10653389_10206365360843013_5827907566712268879_nLa musica live protagonista assoluta in un evento country in Italia? Tantissime persone che hanno fatto centinaia di chilometri solo per ascoltare, cantare e non hanno ballato la linedance? Una cosa impensabile fino a pochi mesi fa, ma che ora, grazie a Good Ride Cowboy, si è rivelata non solo possibile, ma addirittura indispensabile, come testimoniano gli innumerevoli commenti entusiasti postati sui social. Il solco è tracciato, difficile ora tornare indietro. Una manifestazione nata senza pretese ma che ha catalizzato, oltre ogni aspettativa, la partecipazione di un vasto pubblico. Questo grazie ad un formula estremamente semplice ma altrettanto efficace: alternare la musica dal vivo con tre o quattro brani (quasi esclusivamente two step) proposti dai djs, giusto per dare il tempo agli artisti sul palco di preparasi. Sono sicuro che i djs presenti (Nike, Fufo, Elettriko ed Eros) mi perdoneranno se non parlerò di loro in questo articolo, ma l’assoluta protagonista è stata la musica live, una musica fatta di stupende canzoni.
10402997_656729484431594_4836058831992478874_nE infatti per dare la possibilità al pubblico di calarsi nell’atmosfera e gustare maggiormente le canzoni, ogni artista veniva introdotto da un brevissimo racconto sulla vita di Chris LeDoux o dalla spiegazione del testo dei brani che si andavano ad eseguire.Tocca a Dan Shelor e Giorgio Bettocchi (le voci di The Dusty Saddle Boys) accompagnati dalla chitarra di Alessandro Nosiglia, l’onere e l’onore di aprire il concerto. Prima Even Cowboys Like A little Rock’n’Roll , poi Bang a Drum ed infine, un brano inedito della coppia Bettocchi Shelor, scritto appositamente per l’occasione.La canzone si intitola You Too…Can Live Like Chris LeDoux ed è davvero una grande e gradita sorpresa. Pausa con i djs mentre Emilio Pizzioli ed Orianna Giust registrano e commentano il concerto per Wideline Radio ed è la volta di Michela Carpenedo e Aaron Stone. Whatcha Gonna Do With a Cowboy, Cowboy Up e una Night Rider’s Lament, cantata da Michela, che per il sottoscritto è stato uno dei momenti più toccanti dell’intero concerto. Pausa djs e poi di nuovo il live con Paolo Spolaore e Loris Dellavetta dei Beer Drinkers. Riding For A Fall, Scatter The Ashes e One Road Man i brani eseguiti con un ritmo serrato e travolgente. Ancora i djs, ancora il two step e poi Stefano Dal Compare voce degli Sweet River. Stefano è uno degli organizzatori e la voglia di far bene è tanta. You Just Can’t See Him From The Road e Buffalo Grass ( con Paolo Spolaore alle tastiere) i brani scelti da Stefano che li esegue in maniera semplicemente perfetta.Sono passate più di due ore, ma vi è ancora tanta musica da fare e da ascoltare. Basso, una batteria ridotta all’essenziale e una chitarra. Così si presentano Flavio Delladio, Andrea Filidei ed Alberto. Prima una swingata versione di I’m Country e poi Western Skies, con la voce di Flavio che regala profonde emozioni ai presenti. Two step e poi è la volta di Roberto Bonfatti e Dario Benazzi, le voci della band emiliana degli Spaghetti Jensen. Gli Spaghetti hanno un suono piuttosto country rock e quindi normale che i brani presentati siano Cadillac Ranch e Smack Dab In The Middle, che mantengono tutta la loro,carica anche in versione acustica. Dopo circa tre ore il concerto è virtualmente finito ma ora iniziano le sorprese. Prima Gianni Gobbo esegue una This Cowboy’s Hat da brivido, poi tutti i musicisti insieme per una session improvvisata. Friends In Low Places, Much Too Young, The Dance Sweet Home Alabama e altri brani eseguiti davanti ad un pubblico entusiasta che canta all’unisono. Si conclude così Good Ride Cowboy, una manifestazione che ha ottenuto un successo oltre ogni aspettativa e che ha dimostrato che quando è la sincera passione che anima il tutto, si possono davvero fare cose stupende. Nessuno è realmente sicuro di averlo visto, nessuno riesce a ricordarlo chiaramente, ma in molti hanno avuto la netta sensazione che in un angolo semi nascosto del Mondelli Stable vi fosse un cowboy dall’aria famigliare che ascoltava in silenzio e che ogni tanto, divertito, sorrideva. (Gianluca Sitta)

P.S.Un enorme grazie a Stefano Danelon, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile