Una voce dal timbro personale, una tecnica all’armonica tra le più originali e fantasiose, una ricerca della melodia che gli ha permesso di creare quadretti che hanno al loro interno poesia, ironia e una forza espressiva tale da porlo come uno dei songwriters più incisivi delle ultime decadi. Quella di Steve Forbert da Meridian, Mississippi è stata una storia comune a molti altri ‘troubadours’ accostati a Bob Dylan e inseriti nella più genuina scena cantautorale americana. Una strada intrapresa con la naturale sfrontatezza e freschezza della gioventù che lo ha portato a New York City alla ricerca di ispirazione e notorietà. Giovanissimo, Steve Forbert è giunto nella ‘Grande Mela’ attraverso la storica Grand Central Station, magnificamente descritta nel suo splendido esordio datato 1978, quel “Alive On Arrival” che lo ha subito reso tra le grandi speranze della musica americana legata alla canzone folk. Un debutto ancora oggi, a distanza di più di quarantanni, straordinario, un disco pervaso da una spontaneità non comune e da cui, ad ogni nota, ad ogni arpeggio di acustica, ad ogni soffio di armonica, emergono emozioni pure. Uno sguardo immacolato e pregevolissimo sulla scena folk, quella in cui non si disdegnano incursioni nella country music e nel rock e in cui il giovane Forbert aveva saputo condensare esperienze e influenze in modo mirabile. Brani come “Goin’ Down To Laurel”, It Isn’t Gonna Be That Way”, la nostalgica “Tonight I Feel So Far Away”, la citata “Grand Central Station, March 18, 1977”, le frizzanti “Big City Cat” e “What Kinda Guy?” quest’ultimo con il fascino ‘da busker’ e lo scoppiettante stile all’armonica sono ancora momenti eccitanti ed avvincenti, tutti da (ri)scoprire. Dopo quell’esordio carico di aspettative, un anno dopo, “Jackrabbit Slim” aggiunse ulteriori colorazioni strumentali con una produzione ancora vincente, una vena compositiva brillante e soprattutto l’agognato hit, quella “Romeo’s Tune” scritta con in mente Florence Ballard, storica voce delle Supremes ma poi dedicata ad una ragazza della sua città natale nel Mississippi. Anche da noi fu un discreto successo con le emergenti radio ‘libere’ a trasmetterlo con buona frequenza, un’esposizione che però non impedì alla sua label di scaricarlo dopo tensioni ed incomprensioni in un periodo come la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta ricco di cambiamenti. Le grandi doti umane, la perseveranza e anche la cocciutaggine di Steve Forbert gli permiserò comunque di proseguire una carriera che, al pari di altri colleghi, poteva essere condizionata da paragoni scomodi come quello di ‘nuovo Dylan’. Steve ha mantenuto la barra dritta inanellando dischi non soltanto dignitosi ma in molti casi di eccellente qualità, caratterizzati spesso da quell’autenticità che è un po’ il suo marchio di fabbrica, facendolo apprezzare dagli appassionati. Artista vero e uomo dalla grande sensibilità, l’ex ragazzo del Mississippi ha firmato album ottimi come “Little Stevie Orbit”, “Streets Of This Town” (prodotto dall’E Street Band Gary Tallent), “The American In Me”, lavori in cui ha saputo fondere liriche dal taglio sempre ispirato e suoni in bilico tra canzone d’autore roots e certo classico pop-rock americano. Nel nuovo millennio Steve Forbert ha avuto un significativo ‘colpo di coda’ con la pubblicazione di un sentito tributo a Jimmie Rodgers, suo illustre conterraneo e padre della country music, in un disco, “Any Old Time” che gli valse una nomination ai Grammy Awards nel 2004. Negli ultimi tempi, superati alcuni problemi di salute che gli hanno un po’ rallentato l’attività, Steve Forbert è tornato con immutata bravura con l’album “The Magic Tree” e un’autobiografia intitolata “Big City Cat: My Life In Folk Rock” a fissare un percorso intrigante e ricco di ottime vibrazioni.

Steve Forbert sarà  in Italia con il suo The Magic Tree tour tra gennaio e febbraio 2019. Ecco le date:

28 Gennaio All’UnaeTrentacinqueCirca Via Papa Giovanni XXIII 7 Cantù (CO)

29 Gennaio Lambruscheria Cà Berti Levizzano Rangone (MO)

1 Febbraio Folk Club Torino

2 Febbraio Auditorium Toscanini Via Roccafranca 7 Chiari (BS)

(Remo Ricaldone  & Gianluca Sitta)