Sean Burns è uno dei migliori esponenti di quella country music dai suoni più classici e tradizionali, legata specialmente agli anni cinquanta e sessanta, essenziale e lontana anni luce dal mainstream. Da Winnipeg, Manitoba Sean guarda costantemente verso sud alla ricerca di ispirazioni che ne hanno caratterizzato un ‘viaggio musicale’ sempre coerente e trascinante. Non ci sono sorprese nella sua musica, l’appassionato sa che ci mette il cuore in ogni disco e porta alta la bandiera di quell’honky-tonk che ormai si può trovare solo nelle produzioni indipendenti e nella sconfinata provincia americana e canadese. “We Gotta Lotta Truckin’ To Do” rilegge uno dei temi più amati nelle ultime decadi, le ‘truckin’ songs’, con forza e convinzione, talento e sagacia. E il pensiero va ai vari Dale Watson, Jerry Reed, Bobby Bare, Merle Haggard e a tutti coloro che hanno dedicato una parte consistente del proprio repertorio alle storie ‘on the road’ dei camionisti e Sean Burns e i suoi fidi Lost Country seguono attentamente le tracce segnate. La scaletta è ricca e corposa, composta da classici e da brani meno noti in un’alternanza di uptempo e ballate che risultano godibilissimi. Tra i primi sono da citare “Six Days On The Road”, “Looking At The World Through A Windshield” e “A Tombstone Every Mile” ma tutti sarebbero da sottolineare per genuinità e profondo amore per la tradizione, con una personale predilezione per “Roll, Big Wheels, Roll”, “Keep On Truckin’, “Big(ger) Freightliner”, “The Carroll County Accident”, “My Babys Waitin’” e “Truck Drivin’ Son-of-a-Gun” che incarnano perfettamente lo spirito dell’operazione. Un album questo senza tempo, con il sapore dei classici. E proprio per questo benvenuto e altamente consigliato. (Remo Ricaldone)