Ruby Lovett, da Laurel, Mississippi è sulle scene ormai da parecchi anni e a fine anni novanta ebbe il suo momento importante per affermarsi nel panorama country grazie ad un purtroppo effimero contratto con la Curb Records che produsse il suo esordio. Poi una carriera indipendente che le è valsa la grande considerazione di colleghi e critica per il suo approccio cristallino ed autentico ad una country music profondamente legata alle proprie radici acustiche e tradizionali. Questo “It’s A Hard Life” merita di essere il  definitivo riconoscimento di doti interpretative eccellenti e di una sensibilità non comuni in un lavoro inciso tra il Texas e Nashville prodotto dalla stessa Ruby Lovett con Mark Miller e Taylor Pie. Un album puro e semplice, senza ‘additivi’, giocato su canzoni dal grande impatto emotivo come per esempio l’apertura affidata alla splendida “It’s A Hard Life (Wherever You Go)” di Nanci Griffith, mai come in questi anni attuale e sentita. La scelta del materiale è assolutamente vincente con una serie di gioiellini incastrati alla perfezione in un contesto in cui emergono le chitarre di Jeff Plankenhorn (un mago del dobro), il violino di Gene Elders, la pedal steel di Russ Pahl e i bassi (acustico ed elettrico) di Dave Pomeroy tra gli altri. “Catfish John” di Allen Reynolds & Bob McDill è una delle  più note tra gli appassionati di suoni roots, qui ripresa con classe e grande delicatezza, “The Blues You And Me” è tra blues e country, swingata alla perfezione mentre la collaborazione tra la stessa Lovett e Pat Alger da vita alla classica country ballad “Where I’m Standing Today”. “Home Sweet Honky Tonk” è un’altra bella e frizzante cover, questa volta firmata dalla coppia Jim Rushing e Carl Jackson, due nomi di rilievo parlando di suoni tradizionali in ambito country, “Riley Bring Your Fiddle” è un altro bell’esempio di country music nella sua accezione più legata alle proprie radici, firmata da Taylor Pie che collabora più volte dal punto di vista compositivo con Ruby Lovett e da’ il suo contributo anche con un ottimo lavoro a chitarre, mandolino e armonica. In questo senso “A Father’s Love”, “Straight From My Heart” e “They Don’t Know” sono gustosi esempi della musicalità di un nome da tenere in grande considerazione. (Remo Ricaldone)