Dietro allo pseudonimo Native Harrow c’è la bravissima singer-songwriter Devin Tuel, al terzo album che segna la sua definitiva consacrazione come voce e come autrice legata a due momenti storici della nostra musica: la scena di Laurel Canyon, ai margini di Los Angeles, dove si scrissero tra gli anni sessanta e settanta alcune delle pagine più importanti del suono californiano e quella inglese che in quegli stessi anni ebbe come straordinari portavoce Sandy Denny e Nick Drake. Fattasi le ossa nei clubs del Greenwich Village, Devin Tuel ha dedicato la maggior parte della propria carriera artistica alla danza, per poi lasciare che la musica prendesse il sopravvento. E noi ringraziamo sentitamente, vista la sensibilità, la classe ed il talento che pervadono queste nove canzoni che formano “Happier Now”, inciso in brevissimo tempo, quasi in presa diretta, a Chicago sotto la produzione dell’esperto Alex Hall, già protagonista dietro alla consolle in occasione di album di JD McPherson, Pokey LaFarge e dei Cactus Blossoms. La poetica di Joni Mitchell, punto di riferimento di quasi ogni autrice e cantante donna che si avvicina a questi suoni, certo ‘blue-eyed soul’ a la Laura Nyro, il Tim Buckley più legato alla forma della canzone folk, le suggestioni dell’indimenticato (e ancora fortemente influente) Nick Drake sono le appassionanti attinenze che troviamo in canzoni dal piglio convincente ed evocativo. C’è poi da ricordare il basilare supporto strumentale di Stephen Harms, l’altra metà dei Native Harrow, a cui sono affidate quasi tutte le partiture, dalla sezione ritmica alle chitarre elettriche, al basso. Assieme, Devin Tuel e Stephen Harms giocano con atmosfere autunnali e spesso malinconiche, attraenti e ricche di sfumature, tra folk-rock ed il più nobile pop, mostrando un’ispirazione notevolissima. Quando ci si trova davanti a prodotti così coesi è naturalmente complicato scegliere un momento rispetto ad un altro, rischiando di fare torto a qualche titolo. Certamente l’accoppiata iniziale formata da “Can’t Go On Like This” e “How You Do Things” presenta una tale tavolozza di colori e di emozioni che subito ammalia chi è cresciuto con i riferimenti citati, mentre brani come “Blue Canyon”, “Way To Light”, “Something You Have” e la title-track “Happier Now” non fanno altro che ribadire una maturità compositiva che rende questo disco un vero gioiellino di misura e di poesia. (Remo Ricaldone)