Per il nono anno consecutivo il Folk Club di Torino ospita le ‘Buscadero Nights’, appuntamento mensile con artisti le cui sonorità si legano strettamente con la storica rivista rock. Ad aprire la stagione c’è una delle più intense voci del panorama cantautorale americano, impegnata a promuovere il suo ultimo splendido disco intitolato “Rifles & Rosary Beads”: Mary Gauthier. La sala è, come nelle occasioni importanti, affollata ed appassionata, in attesa di un appuntamento atteso ed importante. A riscaldare l’atmosfera il breve ma intenso set della sorprendente Jaimee Harris, songwriter texana il cui profondo amore per Townes Van Zandt è ‘marchiato’ da un vistoso tatuaggio sull’avambraccio. Le sue canzoni scorrono ottimamente tra immagini in chiaroscuro ricche di riferimenti autobiografici ed è subito ora di accogliere Mary Gauthier che in questo suo tour italiano è accompagnato dal violinista (e pianista) Michele Gazich, apprezzatissimo anche oltreoceano per tecnica e sensibilità. La stessa Jaimee Harris rimane a fianco della Gauthier per arricchirne le storie con belle armonie vocali. La prima parte di concerto, prima di una pausa rigenerante in una serata caldissima, è basato su vecchie e nuove canzoni che escludono l’ultimo album al quale è dedicato l’intera seconda parte. Come sempre l’estrema vicinanza tra artisti e pubblico, quasi a toccarsi, contribuisce subito a creare quell’empatia di cui le canzoni di Mary Gauthier hanno bisogno. La lunga e discorsiva “Last Of The Hobo Kings” e la bella “Mercy Now” spiccano per intensità e per indiscusse dosi di poesia. Il pezzo forte però, quello atteso maggiormente dal pubblico, è con le canzoni di “Rifles & Rosary Beads” il cui filo conduttore è incentrato sulle testimonianze e sulle esperienze dei reduci di guerra e delle loro compagne. Un forte grido contro la guerra denunciando gli orrori provocati nel corpo e nello spirito, profonde ferite che portano i veterani e le loro famiglie a combattere ulteriori conflitti una volta a casa. “The War After The War” è più che mai sintomatica in questo senso, così come fondamentale è lo spirito condiviso di “Stronger Together”, di “It’s Her Love” e delle notevolissime “Soldiering On” e “Rifles & Rosary Beads”. Un insieme di rara potenza espressiva in cui il violino ed il piano di Michele Gazich donano ulteriori sfumature, a volte di dolcezza e struggimento, a volte di tensione e drammaticità. Un’accoppiata quella tra la Gauthier e Michele ricca di affiatamento e di complicità, a regalare grandi emozioni. L’immancabile e doveroso bis poi è una storia a parte: la scelta non casuale cade sul classico “This Land Is Your Land” scritta negli anni ’40 da Woody Guthrie ma oggi più che mai attuale visti i tempi difficili e divisivi dell’era Trump. Qui il pubblico abbraccia virtualmente i musicisti sul palco, si unisce a loro nel coro e l’atmosfera si fa commovente ed accorata. Per qualche minuto sembra di essere trasportati nel tempo e nello spazio in uno dei piccoli folk clubs del Village per una degna chiusura di una serata da ricordare. (Remo Ricaldone)