Non ci sono sperimentazioni qui, nessuna commistione con altri generi, solo autentica, genuina, classica, non-adulterata bluegrass music nella sua accezione più tradizionale. Lorraine Jordan è una mandolinista nata e cresciuta nel North Carolina che ha formato i Carolina Road più di una ventina di anni fa e che li guida con mano sicura garantendo alla band una longevità che è andata pari passo con ottime affermazioni in ambito bluegrass. La ricetta è come spesso accade semplice, lineare e al tempo stesso vincente: unire eccellenti musicisti che condividono la stessa visione sonora, dare loro il giusto spazio (anche e soprattutto vocale, cosa che rende il tutto estremamente piacevole), scegliere il materiale da interpretare con tatto ed intelligenza e aggiungere un tocco personale sia dal punto di vista compositivo che da quello strumentale. “True Grass Again” si avvale anche del contributo di nomi importanti della bluegrass music come Junior Sisk e Danny Paisley che si dividono le parti vocali soliste dell’apertura, la splendida “True Grass”, vero manifesto della band, delle sue ‘intenzioni’ e della filosofia che caratterizza tutto il movimento legato a questi suoni, Jason Moore e Terry Smith che si alternano invece al contrabbasso dando un forte contributo in fatto di dinamicità e potenza e Troy Pope la cui voce è protagonista della bella “Portrait Of The Blues” firmata da Bill Caswell e Sheb Wooley. I Carolina Road sono poi band compatta e coesa, sensibile e vibrante, con l’accoppiata ai fiddles di Josh Goforth e Matt Hooper, il banjo di Ben Greene e le chitarre di Randy Graham e Tommy Long a formare un insieme che suona ad occhi chiusi e che si ritrova, puntuale, ad ogni accordo e ad ogni cambio di ritmo. Gustosi sono i rimandi vocali della frizzante “I Don’t Want To Lose You”, ottimi nella più pura tradizione dei vari Jimmy Martin e  Ralph Stanley sono “Poor Monroe”, “Pickin’ Rock Out Of The Bluegrass” e “Little Country Home”, pregevoli gli immancabili legami con il gospel in “Preaching Praying Singing” e sempre godibile un classico come lo strumentale tradizionale “Cherokee Shuffle” che congeda un disco fresco e positivo. (Remo Ricaldone)