Lindsay Beaver, con il suo abrasivo e contagioso ‘blues’n’roll’, non è un’artista ordinaria. Batterista, band leader, autrice di vaglia, Lindsay proviene da Halifax, Nova Scotia, est canadese, non propriamente terra di suoni simili ma la sua inarrestabile passione per New Orleans con il suo enorme bagaglio musicale e culturale le ha permesso di intraprendere una carriera che ha materializzato sogni ed aspirazioni. “Tough As Love”, inciso ad Austin, Texas, altro ‘luogo del cuore’ per lei, è un disco vissuto intensamente ed interpretato con tutta la sua irruenza e passione in un mix di grandi emozioni tra ‘old school rock’n’roll’, R&B, blues e soul. Il trio di Lindsay Beaver che comprende anche le chitarre di Brad Stives ed il basso di Josh Williams è in queste sessions arricchito dal piano della sempre eccellente Marcia Ball e da Matt Ferrell, dai sax di Sax Gordon e dalle chitarre di Red Casey, Laura Chavez e di Eve Monsees, con l’armonica di Dennis Gruenling ad apportare la classica ciliegina sulla torta di un disco estremamente godibile e vitale. Non un attimo di tregua, non un momento di scontata routine, tutto scorre perfettamente oliato su strade già battute ma sempre foriere di ottime vibrazioni. Tra le cover spuntano nomi cari come Art Neville, figlio della New Orleans più vibrante, Angela Strehli, grande voce del Texas blues e altri meno noti ma ugualmente pregevoli mentre i brani originali sono legati a filo doppio alla grande tradizione americana degli anni cinquanta e sessanta. E tra questi ultimi sono assolutamente da citare l’approccio ruvido ed essenziale di “You’re Evil” con l’armonica a graffiare la melodia, “Too Cold To Cry” in cui ci si immerge nella New Orleans cara a Fats Domino, così come nella potente, passionale e fiatistica “What A Fool You’ve Been”. “Don’t Be Afraid Of Love” è un rock’n’roll interpretato ‘ai cento all’ora’ con nel cuore Jerry Lee Lewis mentre “Dangerous” è un cadenzato ed azzeccato esempio di Chicago blues. Ancora ricche di feeling sono poi “Oh Yeah”, un rock’n’roll chitarristico di grande presa e il ‘jive’ divertente e scorrevole della conclusiva “Mean To Me”. Disco da ascoltare ‘in loop’, perfetto per (ri)caricarvi di energia. (Remo Ricaldone)