A trentanni esatti dal suo esordio solista, quel “Planet Of Love” co-prodotto da Rodney Crowell e da John Leventhal che lo catapultò a pieno titolo nel ‘music biz’ di Nashville, Jim Lauderdale mantiene quel genuino entusiasmo e tutta la sua innata capacità di intrattenere prendendo spunto dalla più autentica american music. Il musicista del North Carolina ha in queste tre decadi proposto un amplissimo spettro sonoro che si ricollega alla tradizione, dalla country music al bluegrass, toccando anche soul, pop e sensazioni sudiste in un percorso irrefrenabile, sempre sincero e pregno di quell’umanità che lo ha caratterizzato facendolo diventare uno dei più amati dai suoi colleghi che spesso hanno inciso suoi brani. George Strait, Patty Loveless, Gary Allan, Mark Chesnutt, Lee Ann Womack e molti altri si sono avvalsi dei suoi talenti compositivi e personaggi del calibro di Ralph Stanley, Buddy Miller, Robert Hunter (il paroliere dei Grateful Dead), Nick Lowe e Roland White hanno proficuamente stretto legami di grande collaborazione in una carriera, quella di Jim Lauderdale, sempre ricca di spunti e anche di sorprese. “Hope” ce lo riconsegna con un suono limpido e frizzante, la consapevolezza di un songwriting che anche quando attinge al pop lo fa con una notevolissima classe e un messaggio di positività e, come rimarca chiaramente il titolo, di speranza. Convincente nelle interpretazioni, lucido e ispirato, Jim Lauderdale ci regala alcuni gioiellini di equilibrio ed intensità, come “The Opportunity To Help Somebody Through It” con gustose venature soul, “Here’s To Hoping” dalle classiche movenze country dove spunta però un sax che rimanda ad atmosfere di primi anni sessanta, “Brave One” in cui si possono trovare spunti ‘byrdsiani’ anche grazie alle bellissime chitarre che si incrociano e la pulsante “Joyful Noise”, tra i momenti più rock. Nelle ballate viene fuori maggiormente l’anima country, spesso contraddistinta da un bel lavoro di steel ma comunque ricollegata a radici inequivocabili. “Memory”, “Sister Horizon”, “Breathe Real Slow” e “Brighter Side Of Lonely” sono esplicativi in questo senso, a conferma delle grandi qualità di Mr. Lauderdale. “Hope” è disco tra i più significativi della sua amplissima produzione (che ha superato i trenta album) e tratteggia con gusto l’immagine completa di un personaggio decisamente eclettico. (Remo Ricaldone)