Il ritorno di Eric Andersen in quel del Folk Club di Torino, dove suonò per la prima volta la bellezza di ventisei anni fa, è stato salutato da un quasi scontato ‘sold out’ e da un’attesa confermata dal gande calore tributato ad uno dei grandi protagonisti della gloriosa stagione del folk revival a New York negli anni sessanta e poi ancora autore di un percorso artistico ed umano magari un po’ discontinuo ma ricco di preziose perle musicali. Ad accompagnarlo in questo suo tour italiano una band di ottimo livello, perfetta per accompagnare le soffici e poetiche ballate di Mr. Andersen in un inevitabile viaggio a ritroso nella memoria attraverso alcune delle sue più note canzoni, quelle che ce lo hanno fatto amare profondamente. Prima di tutto c’è la violinista Scarlet Rivera, salita alla ribalta  grazie al suo riconoscibile e sapiente tocco nello storico “Desire” di Bob Dylan, poi l’attuale compagna di Eric Andersen, la vocalist Inge Andersen, la brava percussionista canadese Cheryl Prashker e, graditissimo arrivo dell’ultimo minuto, l’eccellente dobro player Paolo Ercoli, ormai quasi di casa al Folk Club per le sue numerosissime apparizioni a fianco dei songwriters americani esibitisi sul palco del locale subalpino. Eric Andersen è ancora, nonostante gli anni, motivato e carismatico,  in grado di ammaliare il pubblico grazie a brani come “Violets Of Dawn”, “Thirsty Boots”, l’immancabile e sempre commovente “Blue River” e poi ancora “Woman She Was Gentle” e “Is It Really Love At All” in un crescendo di emozioni che ha pienamente soddisfatto il pubblico. Citazioni d’obbligo sono poi state per gli ultimi suoi lavori, profondamente legati alla letteratura europea, concepiti e registrati in Germania negli anni passati. Da ricordare certamente una “Mingle Of The Universe” che congeda Eric Andersen con musica originale su testi di Lord Byron, presentato come un vero precursore della figura della rock star maledetta e, a suo dire, di livello decisamente superiore ai vari Jim Morrison e simili. Una serata che inaugura nel migliore dei modi un tour che si presenta come il graditissimo ritorno di un vecchio amico. (Remo Ricaldone)