Ormai per trovare della country music che rispecchi la tradizione e che ne porti avanti i valori ci si deve rivolgere quasi esclusivamente alla scena indipendente, ancora viva e vibrante, genuina e sincera. Tutti aggettivi che ben si abbinano alla musica che ci propone questa cantante ed autrice di San Marcos, Texas in un disco estremamente godibile e scorrevole che si intitola “Your Mistake”. Emily Herring è tornata a casa dopo un decennio passato a Portland, Oregon (altra città dalla eccellente scena musicale) e in questo suo lavoro raccoglie quanto di buono è stato seminato nella fertile terra del Lone Star State: traditional country, western swing, tejano e southern blues. Affascinata dall’outlaw music e dai grandi del genere, Emily Herring ci regala uno dei più piacevoli dischi indipendenti dell’anno, presentato in maniera altamente professionale a partire dalla confezione per poi suggellarne la riuscita grazie ad una voce e ad arrangiamenti ben bilanciati e a storie decisamente azzeccate. “Austin (Ain’t Got No) City Limits” è il suo tributo alla città simbolo della musica texana, alla sua storia e ai suoi locali, “Turquoise Earrings” e “One Sip Of Water” hanno melodie che si ricordano per freschezza e si possono avvicinare alla migliore Michelle Shocked o a Kelly Willis. Quella di Emily Herring è country music che potreste ascoltare in qualsiasi buon honky tonk texano, lontano anni luce dalle immagini patinate e stereotipate della maggior parte delle produzioni delle major nashvilliane. “Wanna Holler”, la delicata “Prairie Lea”, l’orgogliosa “Terlingua” (tra Lucinda Williams e Rosie Flores), la title track e “The Girl Could Dance” che rimandano al primo Dwight Yoakam e la bluesy “One Steals The Load” che chiude il disco si candinano per le cose migliori di questo “Your Mistake”, consegnandoci un personaggio veramente degno di nota, un’artista completa e matura. Per ulteriori info vi rimando al suo sito web, www.emilyherring.net o alla sua pagina Facebook. (R.R.)