Non ancora ventenne Christone Ingram ha già imboccato la mitica Highway 61 che lo ha portato dalla nativa Clarksdale, Mississippi a Chicago dove è subito diventato un ‘protegè’ di Buddy Guy che lo ha accolto a braccia aperte fiutando un talento straordinario. Una delle labels storiche di Chicago, la Alligator Records di Bruce Iglauer, lo ha messo sotto contratto ed ecco il debutto intitolato “Kingfish”, nomignolo affibiato a Christone Ingram che si pone come uno dei migliori debutti da parecchi anni a questa parte in ambito blues. Un disco esplosivo, vibrante, passionale che ha tutte le carte in regola per poiettarlo nel ‘gotha’ della scena blues americana. Maturo e ricco di spunti, questo è un album dove convivono splendidi sprazzi di Chicago blues senza dimenticare le radici acustiche del delta (la splendida “Been Here Before”), con una gustosissima puntata nel southern soul più appassionato grazie alla notevole “Listen” in cui è accompagnato da Keb Mo’ che appare in molti altri momenti come nell’acustica “Hard Times” dove lavora di fino alla resonator guitar. La classe del ragazzo è cristallina, le idee decisamente chiare, con la Gibson incisiva ed impeccabile per tutto il disco, sia quando  è alle prese con intensi ‘slow blues’ (“Fresh Out” in cui duetta con Buddy Guy e “Love Ain’t My Favorite Word” sopra tutte), sia quando le atmosfere si fanno torride e travolgenti (“Outside Of This Town”, “It Ain’t Right” e la quasi ‘neworleansiana’”Trouble”). La produzione è pulita (per alcuni che amano i suoni ‘sporchi’ di certo blues, un po’ troppo) e il batterista Tom Hambridge guida Christone Ingram con mano sicura indicando una strada che con un po’ di fortuna lo porterà lontano. (Remo Ricaldone)