Le ‘Buscadero Nights’ del FolkClub di Torino si congedano con il ritorno, a due anni di distanza dalla sua precedente esibizione, di Alejandro Escovedo, accompagnato dalla band di Don Antonio (Gramentieri), gruppo romagnolo che ha supportato il sessantottenne musicista texano nella lunga tournee mondiale e nel recente “The Crossing”, tra le cose più intense incise nella carriera, scoprendo grandi affinità non solo dal punto di vista artistico ed umano ma anche una visione comune di condivisione sociale e politica. Un set quello tenuto nello storico locale subalpino che ha infuocato la serata con un misto di irruenza rock e punk e di suggestioni roots, ampliate ed arricchite da una visione globale tra il border tra Texas e Messico ed il mediterraneo. Ad aprire il concerto ci sono Don Antonio e la sua Telecaster che con il drumming creativo e variegato di Matteo Monti, il basso solido di Denis Valentini e il sax vellutato ed armonioso di Franz Valtini ha creato l’atmosfera giusta con un paio di brani tra la cumbia ‘obliqua’ figlia di Los Lobos e Calexico e i sapori del mediterraneo in una fusione di culture di notevole poesia e coinvolgimento. L’entrata in scena di Alejandro Escovedo è poi coincisa con l’innalzamento del tasso di rock’n’roll, trascinando il pubblico con una impetuosa “Anchor” che apriva lo splendido “Street Song Of Love”, disco tra i miei preferiti di Mr. Escovedo. Pubblico non numerosissimo ma rapito ed entusiasta da un personaggio dalla grande autenticità e genuinità, portatore di una quota importante di quel rock misto a fervori punk che ha contraddistinto una stagione importante della storia musicale americana, unito a radici messicane che hanno reso sensibili e poetiche soprattutto le canzoni del suo “The Crossing” (“Sonica USA” e “Something Blue” i due opposti da citare, forza e poesia, travolgente rock e romanticismo), ora più che mai attuale nell’era di Trump e delle paure xenofobe che anche in America hanno ‘incattivito’ la società. Cover ed originali una serata di orgogliosa american music che gli appassionati non dimenticheranno facilmente. (Remo Ricaldone)