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Viper Central sono cinque ragazzi che anni fa si sono uniti seguendo il loro amore per bluegrass e old-time music con lo scopo di arrichire la scena musicale del nativo British Columbia, Canada e che oggi, dopo tre dischi, sono (con i conterranei Duhks, direi) una delle più stimolanti, poliedriche ed originali realtà di quella grande nazione. “The Spirit Of God & Madness” è infatti un continuo rincorrersi di ispirazioni ed influenze che non fanno che stupirci e colpirci grazie a continui cambi di rotta, sempre e comunque nell’ambito di un grande ed incondizionato legame alla tradizione americana, dalla country music allo swing, dalle influenze scoto-irlandesi a quelle mexican e mariachi. Kathleen Nisbert è la grande protagonista di queste canzoni, la voce guida della band e il ‘filo rosso’ che unisce i brani con il suo splendido fiddle, Steve Charles dà un’ ulteriore impronta tradizionale con il suo banjo e la chitarra acustica, Tim Tweedale sposta spesso gli equilibri verso la country music o, talvolta, verso un godibilissimo western swing grazie alla sua maestria alle steel guitars, Mark Vaughan ricama con una eccellente tecnica mandolinistica, mentre Patrick Matzger è il necessario ‘collante’ per il suono dei Viper Central. Con queste premesse l’album regala emozioni a chi ha una visione ampia e senza limiti nei confronti delle tante sfaccettature del suono americano delle radici, partendo da un sontuoso swing come “Gold Mine”, sconfinando in Messico con la seguente “Losing My Mind”, intrattenendoci sulle note della più classica country music ‘old style’ in “99 Cents Short”, spostandosi (come spesso accade) nel profondo sud per unire blues e folk come ‘vecchi’ musicisti degli anni venti o trenta in “Ned Kelly”. “The Spirit Of God & Madness” è un continuo ‘girare pagina’ per sfogliare il grande libro della musica americana, toccando i capitoli legati al proprio retaggio con quella sensibilità che spesso negli anni i musicisti canadesi hanno saputo dimostrare, con quell’amore che in molti casi nemmeno gli americani hanno saputo infondere. Il gioiellino acustico “I Won’t Be Left Behind” tra country e folk, i colori e il patrimonio ‘old-time’ profusi nella notevole “Devil’s String”, il limpido bluegrass di “Bloodvein Breakdown” e la ottima “The Mission” stanno a confermare doti non comuni e gran senso della melodia dei Viper Central. La ciliegina sulla torta è poi, in chiusura, la rilettura di “Luxury Liner” di Gram Parsons, un classico che nelle mani di Kathleen Nisbert e soci risplende e diventa un ‘quasi-bluegrass’ di grande fascino. Tra le belle sorprese musicali di quest’anno. Fresco e stimolante.(Remo Ricaldone)