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Il potere universale della Musica, si sa, è incommensurabile e fortunatamente occasioni come questa prima “Tom Petty’s Night” esistono per ribadirlo a gran voce. Il biondino di Gainesville è stato per me una grandissima fonte di ispirazione e, di conseguenza, è stato davvero impossibile tirarmi indietro di fronte alla “chiamata alle armi” del Capitano Caterino Riccardi (a.k.a. Andrea Scarso). Tanti altri cari Amici e colleghi da tutta la penisola hanno risposto positivamente a questo appello, contribuendo magistralmente a riempire di grandi emozioni e good vibes il Cockney di Correzzola, già luogo di culto per noi umili appassionati del mondo delle sette note.
La serata parte subito all’insegna dei brividi con il partenopeo Guy Littell, che regala al fortunato (e numeroso) pubblico un’ emozionante interpretazione di “Crawling Back To You”. Giunge ora il turno della Country Strong Band, la nostra band, in formazione ridotta: chitarre acustiche, violino e voci. Introdotti con entusiasmo dalle parole schiette e sincere del buon Caterino, omaggiamo con grande emozione il signor Petty con le nostre rivisitazioni di “Wildflowers” e “Free Falling”, pezzi ai quali sono legato praticamente da sempre.
Giusto il tempo di cambiare chitarra al volo ed ecco che arriva sul palco Elisa Bonomo, che, accompagnata dalla washboard di Caterino e dal sottoscritto, propone una versione ruspante del classico “Running Down A Dream”.
Si prosegue con il milanese Luca Milani e le sue interpretazioni di “I Need To Know” e “Even The Losers”, quest’ultima riproposta anche in un’intima versione in lingua italiana da Stefano Sgarbossa (Lastrada). L’atmosfera inizia a scaldarsi: la backing band sale sul palco imbracciando gli strumenti elettrici e, dopo una breve presentazione, ecco arrivare direttamente dalla Toscana Cesare Carugi (assieme a Leo Ceccanti). Sarà uno dei momenti più elettrizzanti della serata, grazie alla grinta e alla passione riversate nelle roboanti versioni di “Lost In Your Eyes” e “Swingin’”, quest’ultima impreziosita anche dalla presenza di qualche membro dei Fireplaces.
Dopo un altro breve cambio di formazione, imbraccia la chitarra il triestino Frank Get, che propone due pezzi meravigliosi: “Scare Easy”, direttamente dall’era Mudcrutch, e la sempreverde “Learning To Fly”. Brividi ed emozioni a non finire. E’ ora il turno del padovano Matt Waldon, anche lui organizzatore di questo magnifico evento. “Walls” e la stupenda “You Don’t Know How It Feels” vengono suonate con trasporto ed intensità e contribuiscono a mantenere alto il livello di questa serata speciale. La backing band (formata da Diego Cominato al basso, Diego Ferrara alla chitarra e Thomas Biscaro alla batteria) si prende il suo momento di gloria chiamando anche Mr. Francesco Morosin (chitarra e voce) e assieme suonano una potente “Honey Bee”. La serata sta per giungere al termine, ma non si può non vedere sul palco del Cockney i nostri adorati “Caminetti”, ovvero The Fireplaces! Col loro solito incontenibile entusiasmo offrono un pre-finale coi fiocchi, suonando “Pirate’s Cove” e “Saving Grace”. Il momento dei ringraziamenti e dei saluti si avvicina, ma prima c’è bisogno di un gran finale di quelli indimenticabili, quindi ecco che tutti i musicisti si radunano sul palco per una lunga e potente “Mary Jane’s Last Dance”. Strumenti che si scambiano, voci che si aggiungono, l’intero locale che canta e festeggia assieme ai grandi Artisti che fino a prima si sono alternati on stage e che ora condividono tutti insieme lo stesso istante, lo stesso brivido. Come se non bastasse, una intensa e corale “I Won’t Back Down” totalmente acustica chiude questa serata davvero magica. Eventi come questo sono dei veri e propri toccasana in questo mondo dove la musica “usa e getta” è all’ordine del giorno e mi ritengo veramente fortunato a far parte di questo gruppo di persone che non si tira indietro al richiamo delle vibrazioni che uniscono e annullano qualsiasi distanza.
Grazie di cuore a tutti. (Cristian Secco)