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Il Colorado negli anni ci ha regalato tanta ottima musica, riferendoci solo ai suoni collegati alle radici, dai musicisti nati nello Stato delle Montagne Rocciose a quelli che là hanno cercato ispirazione, citando Hot Rize e Nitty Gritty Dirt Band per citare due nomi tra i più noti nei rispettivi ambiti, bluegrass e country rock. Anche la canzone d’autore vanta una buona tradizione tra Denver e Boulder a partire dagli anni sessanta e Thomas Hine, proveniente dalla cittadina di Golden, si inserisce alla perfezione in questo contesto. Al quinto album all’attivo, Thomas Hine torna all’incisione a tre anni dal precedente “Forgive My Future”, disco che gli ha portato buone recensioni anche in Europa grazie ad una vena compositiva personale e ad un approccio sufficientemente variegato che parte dalla tradizione tra country e folk ma aggiunge tocchi contemporanei molto interessanti. “Some Notion Or Novelty” è il frutto di una lunga (e non sempre agevole) gestazione e sorprendentemente risulta coeso e compatto, una raccolta di brani che di tanto in tanto aggiungono sensazioni psichedeliche (un po’ alla Donovan di fine anni sessanta) e che suonano piacevoli e godibili. Chitarre acustiche (ma anche elettriche a rendere più corposo il sound), tastiere e armonie vocali attentamente curate fanno da cornice ad una serie di ballate spesso introspettive ed intimiste, con “Before The Sun Rises”, “Just Like Juan Ortiz”, “Clodia-Songs”, “Monsters”, “Moffat” e “My Nature” che fungono da spina dorsale mostrando un lavoro estremamente maturo e ispirato. Dedicato a coloro che cercano nelle tinte pastello le sensazioni più profonde e amano gli intrecci tra poesia e musica. (Remo Ricaldone)