Le Wailin’ Jennys sono un trio formato dalle canadesi Ruth Moody e Nicky Nehta e dall’americana Heather Masse, tre voci dal grande fascino, amalgamate alla perfezione da quindici anni di attività comune (anche se nella line up originale figurava Cara Luft, poi rimpiazzata dalla Masse) pur non disdegnando progetti solisti che ne hanno esaltato le amplissime e diversificate basi musicali, dalla classica al jazz, dal pop al folk, dal country alla canzone d’autore. La loro discografia, proprio per queste ‘divagazioni’ soliste, non è particolarmente corposa e questo loro nuovo progetto che celebra i quindici anni assieme è solo il loro album numero cinque. “Fifteen” è una dichiarazione di intenti eccellente, un omaggio ai loro fans attraverso canzoni che le Wailin’ Jennys amano profondamente (tutte covers) e che hanno deciso di incidere per sottolineare i loro amori musicali. Pur proveniendo da musicisti molto diversi tra loro, queste canzoni hanno il denominatore comune di un approccio intenso, fresco e personale, con il risultato di ottenere al tempo stesso un lavoro di grande coesione e di naturale dolcezza e grazia. Il disco si apre con “The Old Churchyard”, un traditional cantato quasi ‘a cappella’ con la viola di Richard Moody a fare da unica base, un pezzo di bravura che subito conquista e coinvolge, seguito dalla indimenticabile melodia di “Wildflowers” di Tom Petty, una delle canzoni più celebrate dalla sua scomparsa, una corroborante boccata d’aria fresca con il banjo di Ruth Moody che caratterizza il poetico andamento del brano. Molto bella anche la melodia della canadese Jane Siberry, riletta qui con la stessa forza espressiva dell’originale, tra pop e folk, scarna ma con tutta la bellezza che emerge grazie ad un altro splendido trattamento ‘a cappella’ è “Light Of A Clear Blue Morning” di Dolly Parton mentre è affascinante l’arrangiamento ‘percussivo’ (schiocco di dita, battiti di mani e poco altro) di cui si avvale il classico di Paul Simon “Loves Me Like A Rock”, qui riletto un po’ a sorpresa. “Boulder To Birmingham” è la magnifica composizione di Emmylou Harris che le Wailin’ Jennys intepretano con convinzione e commozione, “Not Alone” è della meno nota Patty Griffin, a mio parere tra le migliori voci femminili della Nashville d’autore, e ancora una volta emergono le impeccabili voci e l’approccio fedele all’originale. A chiudere una selezione non molto lunga ma di cui non si spreca una sola nota ci sono la commossa “Keep Me In Your Heart” di un altro musicista di cui mancano tantissimo le canzoni, Warren Zevon, e una deliziosa “Weary Blues From Waitin’” di Hank Williams, Sr. ad omaggiare un indiscusso padre della musica americana. Disco di infinita finezza consigliato a chi si emoziona davanti a voci angeliche e suoni acustici.(Remo Ricaldone)