Spesso capita che guardando da una certa distanza una scena si riescano a percepire meglio sia i dettagli sia il senso d’insieme della stessa, riuscendo così a dare una migliore interpretazione, libera da dettami imposti dai luoghi comuni e dalle ‘certezze’ proprie della terra di nascita. Una metafora un po’ complessa che però calca a pennello se si parla della scena musicale canadese, da più di cinquanta anni a questa parte foriera di artisti la cui versione di ‘american music’ si è rivelata di straordinaria qualità, tanto da diventare a sua volta fonte di ispirazione in ambito rock ma anche in quello country, folk e bluegrass. Merito anche del grande aiuto finanziario che i vari Stati canadesi puntualmente forniscono attraverso fondi appositamente creati per dare la possibilità a musicisti indipendenti di proporre la propria musica con sufficiente libertà artistica. In questo caso sono l’Ontario ed il Toronto Arts Councils a sponsorizzare “Queen City Jubilee”, nuovo disco per i Slocan Ramblers, eccellenza canadese in fatto di bluegrass e di musica tradizionale americana, dal folk all’old-time, quartetto formato dal banjoista ed armonicista Frank Evans, dal mandolinista Adrian Gross, dal chitarrista Darryl Poulsen e dal contrabbasso di Alastair Whitehead. Il suono dei Slocan Ramblers è influenzato sia dalla classica tradizione bluegrass con gli Stanley Brothers in prima fila, sia da Steve Earle il cui approccio alla materia roots è stato un riferimento basilare per il quartetto canadese. Ne esce così un repertorio vibrante e fortemente dinamico, un mix di antico e moderno che rende ancora più godibile il disco tra brani tradizionali ed originali. Grinta e feeling, tecnica e cuore sono le peculiarità di una band affiatatissima che non manca di intrattenere al meglio sia chi ama il bluegrass sia chi apprezza la country music senza tempo dei Louvin Brothers o di un mago della chitarra come Norman Blake, dando un’interpretazione fresca e personale di suoni fortemente radicati nel ‘deep south’ e negli appalachi, terre come detto lontane anche geograficamente dai quattro ragazzi di Toronto. Esempi nitidi di ciò sono le cover di “Long Chain Charlie And Moundsville” di Don Stover, di Sun’s Gonna Shine In My Back Door Someday” di A.P. Carter ed originali come “First Train In The Morning”, “Mississippi Heavy Water Blues”, “Hill To Climb” e “Makin’ Home”, gioiellini che nobilitano un album caldamente consigliato.(Remo Ricaldone)