E’ ormai da parecchi anni, più o meno da inizio duemila con l’uscita del film ‘Fratello Dove Sei?” dei fratelli Coen, che abbiamo assistito ad una vera e propria rinascita dei suoni tradizionali negli Stati Uniti. Una rinascita contraddistinta da una serie di proposte musicali eccellenti tra cui la coppia formata da Gillian Welch e David Rawlings, veri ispiratori di generazioni di artisti che si sono avvicinati alle radici della musica folk, country, bluegrass ed old-time. Tra i tanti che hanno subito questa fascinazione ci sono Peter Damore e Crystal Hariu, il primo banjoista proveniente dal Texas e la seconda chitarrista cresciuta in Louisiana, dal 2011 creatori di un progetto dal curioso nome di Ordinary Elephant, oltre che uniti a livello affettivo come marito e moglie. E’ del 2013 il loro debutto discografico intitolato “Dusty Words & Cardboard Boxes”, accompagnato da una vita letteralmente ‘on the road’ con i loro cani nel van che li porta in ogni angolo d’America a cercare ispirazioni e incontri. Ora con questo loro “Before I Go” gettano la basi per un maggior riconoscimento delle loro ottime qualità grazie ad un lavoro decisamente brillante e solido, interamente concepito a livello compositivo dalla coppia e prodotto da Jono Manson nei suoi studi di Santa Fe, New Mexico. Un disco che splende per interpretazione e coinvolgimento, feeling e autenticità, a partire da “Best Of You”, ballata sontuosa che ha già conquistato i cuori di molti appassionati oltreoceano e qui in Europa dove gli Ordinary Elephant stanno avendo ottime recensioni. “Railroad Man” è un’altra melodia da ricordare, fresca e profondamente legata alla tradizione, con il fiddle di Jason Crosby che si insinua tra il banjo e la chitarra acustica in un insieme appassionante, “Highway 71” è rilassata e limpida con una notevole performance vocale di Crystal Hariu che a volte ricorda Natalie Merchant come tonalità e passionalità, “Leaving Kerrville” è un gioiellino di equilibrio e grazia ispirato a un luogo amatissimo dai ‘music lovers’ che apprezzano canzone d’autore e tradizione per via dello storico Folk Festival. L’album si snoda attraverso canzoni che inanellano emozioni acustiche, splendide armonie e quello spirito un po’ ‘naif’ legato al ritorno alle cose semplici e basilari di una vita nomade e bucolica, con arrangiamenti sempre scarni ma da cui emergono sempre particolari gustosi, un fiddle, un mandolino, alcune note di piano, un banjo. “Who I Am” riprende il fascino di una Kate Wolf agreste e passionale, “Evangeline” è un delizioso country waltz suonato in punta di dita, “Washington Said East” uno degli ‘highlights’ per genuinità e senso melodico, così come la poesia insita nella title-track “Before I Go”. Solo alcuni motivi per consigliare un disco che è una boccata d’aria fresca e corroborante.(Remo Ricaldone)