Era da tempo che il nostro genere sentiva il bisogno di qualcosa di nuovo, di una “ventata di aria fresca”…Beh…Quel vento, a dire il vero, ha iniziato a soffiare circa un anno fa, ma forse io, voi…insomma NOI…a maggio dello scorso anno, eravamo troppo presi da altri brani ed altri pensieri (Rascal Flatts?? Back to us??). Ed è stato così che forse non ci siamo accorti del fatto che, proprio in quel periodo, un ragazzo originario del North Carolina stava per pubblicare un album a dir poco…..NECESSARIO…! Uso volutamente questo aggettivo perché…non so voi, ma io sentivo veramente il bisogno di qualcosa di nuovo che potesse “fare da ponte” tra la vena pop e la vena rock del nostro genere. Insomma, per farvela breve, cercavo qualcuno che potesse essere una perfetta “via di mezzo” tra Frankie Ballard ed i Cadillac Three, tra Sam Hunt e gli A Thousand Horses.“This One’s for You”…Mi piace davvero pensare che il titolo di questo album d’ esordio di Luke Combs sia una dedica alla stessa country-music, molto probabilmente non è così, scorrendo i testi emerge sempre l’ amore come tema fondamentale, ma Luke è uno che nella musica ha sempre creduto…creduto per  davvero…Altrimenti non avrebbe lasciato gli studi a meno di un mese dal termine per inseguire il suo sogno.Una scelta azzardata, assolutamente sì…ma il suo talento e la sua voce tipicamente, country e a tratti graffiante, gli hanno dato ragione…A dicembre l’ album era già tra migliori del 2017 per noi di Planet Country, mentre Billboard lo piazzava alla numero 5 ed il singolo “Hurricane” (che pezzo!) dominava la Country Airplay alla numero 1. Il c.v. di Luke è abbastanza breve e non è stata un’ impresa raccontarvelo, ma…se avete imparato a conoscermi…sapete che la cosa che amo più fare è “entrare nelle canzoni”…Questa volta potrei raccontarvi veramente ogni singolo brano perché stiamo parlando di uno di quei rari albums dove ogni singola traccia è un’ opera d’ arte perfettamente riuscita (così era stato anche per “Born Free” di Kid Rock). Sicuramente mi sbaglierò…probabilmente mi farò troppi “viaggi mentali”…ma io penso che i brani di questo album siano collegati tra loro da una storia d’amore che parte dalla solitudine raccontata in “Lonely One”, passa per la “Love (at first sight) Song” “Hurricane” dove una ragazza entra “without warning” nella vita del protagonista, prosegue con la divertentissima “When it Rains it Pours” nella quale lui, troppo stressato da lei, decide da lasciarla e viene “baciato dalla fortuna” di non rivedere più la sua “ex future mother-in-law” e si conclude con un “ritorno alla realtà” raccontato in “Be Careful What You Wish For” dove lui inizia a realizzare l’ idea di aver “alzato troppo il tiro” e ritorna sui suoi passi. Credetemi, da dire ne avrei ancora tanto, ma non posso raccontarvi tutto l’ album e descrivervi ogni singola sfumatura, finirei per annoiarvi e non è il mio scopo. Lo scopo, quello vero, che mi sono prefissato quando ho iniziato a scrivere queste righe è quello di provare ad avvicinarvi a questo nuovo artista perché, se le premesse sono queste, se il suo primo album è di un livello così alto, in futuro potremo aspettarci veramente grandi cose…Ora scusate, ma vado a riascoltarmi “When it Rains it Pours”…Dopo mesi e mesi di  l’ attacco di quella canzone riesce ancora a farmi venire ancora la pelle d’ oca…Ogni volta che spotify decide di farla partire “a sorpresa” spulciando tra le mie 2000 playlist country è un trauma…(Matteo Ganassi)