frontTanto per essere chiari e coerenti: mi piace la musica di Luke Bryan e non mi piace la musica di Luke Bryan. Mi piace la musica di Luke Bryan (vero nome Thomas Luther) quando il singer di Leesburg (Ga) propone brani come Roller Coaster, Play It Again oppure Do I che onestamente trovo belli, ben costruiti dal punto di vista compositivo, orecchiabili quanto basta, in linea con la moderna country music e non tanto lontani (musicalmente parlando) da certi pezzi di Blake Shelton, Kenny Chesney o Keith Urban . Certo Luke Bryan non è un Honky Tonker, la sua musica non fa largo uso di fiddle o steel ma in questi anni è passata per “country music” roba ben più indigesta ed indegna. Non mi piace la musica di Luke Bryan quando ci propina quel rap/hip hop/disco/country che invece sembra piacere molto ai giovani di tutto il mondo che grazie a questa “mutazione genetica” si entusiasmano, come prima non mai, per eventi dedicati alla country music.11046193_794023500692848_2832083833940320258_n-1 Può piacere o meno, possiamo discuterne fino a domani ma è un dato di fatto e una constatazione: oggi il country, grazie ai vari Luke Bryan, Jason Aldean, Kip Moore, Lady Antebellum o Dierks Bentley è diventata una musica per giovani e questo è indubbiamente un fatto positivo. Tornando al nuovo album di Luke Bryan anche questo Kill The Lights vive su questa dicotomia. Da una parte vi sono brani come Fast, Love It Gone, To The Moon and Back o Huntin, Fishin and Lovin Every Day che rientrano nella categoria delle canzoni piacevoli, alcune anche decisamente belle che sicuramente non dispiaceranno a coloro che amano la moderna country music. Vi sono però anche brani, Kick The Dust Up, la title track Kill The Lights o Home Alone Tonight tanto per citarne alcuni, che hanno sonorità e ritmi tra il pop e il rap e che proprio non riesco ad apprezzare. Ma questo probabilmente dipenderà dal fatto che, purtroppo, non ho più vent’anni. (Gianluca Sitta)