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Trovo sempre molto impegnativo recensire un album di country music nato e costruito fuori dal mondo anglo-sassone. Fare buona country music al di fuori degli Usa, del Canada o dell’Australia rappresenta indubbiamente una bella sfida, a maggior ragione se si vive in Italia, un paese che per tradizione e retaggio culturale dista tantissimo, non solo geograficamente, dai luoghi sopracitati. La musica country essendo per sua natura una musica decisamente tradizionale che caratterizza Paesi ben precisi, risulta particolarmente ostica per persone che in quei paesi non ci vivono o non ci sono nate. Puoi al massimo arrivare a riprodurre fedelmente le sonorità della country music ma, se non sei Americano ( o Canadese o Australiano) fai molta fatica a trasmettere l’anima più profonda di questa musica. In altre parole solitamente, se non sei Anglo-Sassone, puoi arrivare a catturare la tecnica ma non il cuore. Il discorso però è leggermente diverso per questo Ice Cold Beer degli Altoatesini Linda Lou. Infatti questo debut album non è un cd di country music, nel senso stretto del termine, ma un album rock con profonde contaminazioni prese dal country e dalla musica sudista. Non si tratta di una sottile differenza, ma di una sostanziale scelta musicale. I Linda Lou, molto saggiamente, si muovono attraverso sonorità che ovviamente conoscono bene senza cadere nell’errore di voler essere quello che non sono. Prendiamo per esempio il primo brano intitolato Nashville. Con un titolo del genere ci si potrebbe aspettare traditional country music, invece il brano assomiglia più al repertorio dei Blackberry Smoke piuttosto che a quello di Alan Jackson. Non è la steel guitar che detta le regole ma una rockeggainte chitarra elettrica. In effetti il brano più country ( How Long ) è quello che vede la partecipazione di Tim Bradley, cantante di origine Americana . Per il resto, i brani (tutti originali) propongono poco Tennessee sound ( a parte Ol’ Johnny Journey, un misto tra rockabilly e honky tonk) ma piuttosto armonie vocali in stile Eagles ( Based On A True Story su tutte) o southern rock che si adatta perfettamente alla voce di Matteo Azzolini. Oltre a Matteo, i Linda Lou sono formati da Michele Baldo ( guitar), Michele Denicolò (guitar) Patrick Barba (bass e uke) Mauro Lazzaretto ( piano e keyboard) e Andrea Masetti ( drums). Inoltre in questo Ice Cold Beer vi suonano, oltre ai già citato Tim Bradley, anche William Telser, Edo Cazzaro Roland Novak, e Paolo Bega. In conclusione un buon album, valido dal punto di vista musicale che ha il grande pregio di riuscire a essere credibile, originale e non una pallida imitazione di qualcun’altro. (Gianluca Sitta)