petty
Tra la seconda metà degli anni ’70 e fino a praticamente tutti gli anni ’80, Tom Petty (b. 20 ottobre 1950, Florida – d. 2 ottobre 2017, California), recentemente scomparso, era uno dei capofila di quel cluster artistico e discografico che vedeva nel Rock americano l’attuarsi di situazioni non solo legate all’intrattenimento delle masse di giovani, ma anche al loro costituirsi “comunità” pensante, al loro aggregarsi intorno a valori di impegno sociale, di ingaggio diretto nelle dinamiche di cambiamento della collettività americana. Bruce Springsteen, Bob Seger, John Mellencamp, Steve Earle erano gli altri e più importanti sodali di questo filone musicale, in buon equilibrio tra radici cantautorali e scintille da Rock-arena. Forse non notissimo in Italia, Tom Petty ci lascia a 66 anni; lascia un’eredità imponente fatta di circa 80 milioni di copie vendute, disseminate, soprattutto negli Stati Uniti, nell’arco di quasi 40 anni di carriera.
Nella primavera del 1985, insieme ai fedeli Heartbreackers, si insinua nella top 10 di Billboard, in compagnia di Phil Collins, Tina Turner, Wham, Madonna, Sade e naturalmente Springsteen, con il suo Southern Accents (MCA, 1985). La title track è una melanconica testimonianza delle proprie radici geografiche e culturali, un suggello armonico delle proprie identità; un attestato di appartenenza che prende sì forma su una forte base melodica, ma sulla quale poi, la voce secca e tagliente di Petty, disegna acide nostalgie e persistenti ricordi.
Rifatta anche da Johnny Cash (Unchained, Warner Bros., 1996), Southern Accents viene inserita nell’album solista dell’Antebellum Charles Kelley (The Driver, Capitol Nashville, 2016), il quale in una curiosa alchimia generazionale (la ricanta infatti insieme a Stevie Nicks dei Fleetwood Mac, classe 1948), lascia alla voce femminile il compito di far riecheggiare le durezze della lontananza e le asperità dell’apolidismo; da par suo, Kelley, con quella voce felpata che è diretta filiazione del nume empireo, si pone come sponda morbida alle incursioni della pedal steel e della vocalità della Nicks, indurita dal tempo e dall’ossuta indole interpretativa.
Una curiosità: le parti orchestrali del disco di Petty, furono arrangiate dal compositore Jack Nitzsche, premio Oscar come Best Original Song per Up Where We Belong, interpretata da Joe Cocker e Jennifer Warnes, canzone che accompagnava i titoli di coda del blockbuster con Richard Gere “Ufficiale e gentiluomo” (Paramount, 1982). (Steve Frapolli)